Notizie Locali


SEZIONI
Catania 18°

Economia

Rapporto Eurispes: ecco quanto costa alla Sicilia il ritardo infrastrutturale. Ma c’è una soluzione

Di Redazione |

ROMA – Gli investimenti pubblici nel comparto del trasporto e della logistica, nel recente periodo ante Covid-19, si sono fermati sotto l’1,8% del Pil, con diminuzioni costanti soprattutto nel Mezzogiorno. La “tassa occulta” annua che i residenti della Sicilia pagherebbero per compensare le carenze del territorio sarebbe di 1.308 euro, corrispondente al 7,4% del Pil lordo regionale (Servizio statistica e analisi economica Regione Sicilia, 2020).

Competitività infrastrutturale, capitale umano e innovazione sono alcuni dei settori in cui l’Isola manifesta i maggiori ritardi rispetto agli indicatori sociali ed economici adottati da Bruxelles.

E’ quanto si legge nel rapporto Italia Eurispes 2021. Se negli anni Ottanta e Novanta il cofinanziamento di parte pubblica degli investimenti infrastrutturali ammontava a circa il 90%, si è scesi al 50% nel 2000 e ulteriormente al 30%.

L’integrazione fra la rete interportuale, ferroviaria e stradale è, oggi più che mai, necessaria, soprattutto per un’Isola che rappresenta la naturale piattaforma strategica del Mediterraneo. 

E infatti secondo l’Eurispes  «la Sicilia su tutte, con i suoi 1.152 km di coste, sembra ad oggi la regione più adatta ad ospitare  il porto Hub per il trasbordo da nave “madre” (nave oceanica) a nave “fedeer” (medio-piccola)», che «oltre a dover essere ubicato nel cuore del Mediterraneo (per economicità di percorso), deve nascere fuori da un centro urbano, su di un tratto di costa libera con adeguato retroterra per i siti di lavorazione e criteri per l’ormeggio delle grandi navi, quali fondali sufficientemente profondi e spazi di manovra».

Nello specifico poi si osserva come “gli ultimi dati Confetra, relativi ai primi sei mesi del 2019 hanno mostrato numeri incoraggianti per quanto riguarda i container trattati nei porti di destinazione finale (porti gateway), che non includono quindi attività di transhipment”. E così, in base allo studio di Eurispes “rispetto allo stesso periodo del 2018, Genova ha fatto segnare un +1,2%, La Spezia +1,7%, Napoli +27,9%, Trieste +16,7%, Ancona +10% e Cagliari +19,2%; solo per Venezia (-1,8%), Salerno (-10,2%) e Ravenna (-0,3%) si registrava una trend negativo”.

Da tali percentuali, si rileva quindi che “un porto di riferimento nel Mediterraneo, oltre ad essere importante strategicamente per l’intero sistema nazionale ed internazionale, sarebbe di estremo valore per il territorio che lo ospita”.

«Si stima infatti che simili strutture di transhipment – continua lo studio- abbiano una potenziale influenza diretta sull’economia e sull’indotto delle aree circostanti sino ai 300 km. In particolare, secondo gli studi di Confindustria e Confetra, un container in transito porta un beneficio per lo Stato che ospita il porto di 150 euro mentre un container lavorato un beneficio di 1.450 euro. In termini occupazionali, nel primo caso si avrebbero 5 occupati ogni 1.000 container, mentre nel secondo caso gli occupati salirebbero a 42 ogni 1.000 container».

«Un semplice calcolo, considerando i milioni di container che si potrebbero movimentare e lavorare in un porto Hub in Sicilia – emerge dallo studio di Eurispes – è sufficiente a dare l’idea del grande ritorno economico ed occupazionale che ne può derivare. Non può quindi non riconoscersi l’importanza di una tale infrastruttura che porterebbe ricchezza a tutta la Nazione e rivalutazione per il sistema economico dell’intera Regione verso cui investitori stranieri hanno già manifestato ampio interesse».

«Nel quadro d’insieme del sistema di mobilità e logistica- secondo il rapporto Eurispes – , occorrerà strategicamente integrare tutte le aree interportuali dell’Isola, affinché coesistano in una rete sistemica e coordinata, onde far virare verso la Sicilia il ruolo-chiave di piattaforma logistica del Mediterraneo». E’ quanto si legge nell’indice del rapporto Eurispes. «In tal modo – prosegue lo studio- si riuscirà con successo a potenziare i grandi traffici marittimi, e l’indotto che ne consegue, dando vita ad un unico sistema integrato regionale che possa essere interconnesso ad altre affermate aree portuali del Paese, come Gioia Tauro».

«Interventi di potenziamento che, oggi più che mai – si sottolinea nel rapporto- assumono rilievo considerando le peculiarità del territorio siciliano dove l’attuale crisi causata dal Covid-19 sta avendo effetti depressivi e fortemente deleteri per il tessuto industriale e per le attività produttive e commerciali».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA