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Prezzi opachi e poca tutela dei consumatori, l’Ue bacchetta Airbnb

Di Alfredo Zermo |

BRUXELLES – Pratiche commerciali sleali, clausole contrattuali abusive, consumatori non tutelati: sono le accuse della Commissione Ue ad Airbnb, la quale ha tempo fino a fine agosto per correggere i propri comportamenti ed adeguarsi alle norme Ue. Se non lo farà, la Commissione si rivolgerà alle autorità degli Stati membri, le uniche che possono lanciare procedure sanzionatorie. Tra le contestazioni di Bruxelles, la presentazione dei prezzi che non è completa perché non mostra il prezzo totale ma esclude spese come pulizia o servizio.

«I consumatori devono capire facilmente quanto e per che cosa devono pagare quando acquistano servizi e nei loro confronti vanno applicate regole eque, ad esempio sull’annullamento dell’alloggio da parte del proprietario. Mi aspetto che Airbnb possa presentare rapidamente soluzioni adeguate», ha detto la commissaria alla giustizia Vera Jourova.

Bruxelles spiega che l’attuale presentazione dei prezzi di Airbnb e una serie di disposizioni che applica «non sono conformi alla direttiva sulle pratiche commerciali sleali, alla direttiva sulle clausole contrattuali abusive, e al regolamento sulla competenza giurisdizionale in materia civile e commerciale».

L’autorità europea dei consumatori e la Commissione hanno quindi chiesto ad Airbnb una serie di modifiche. La società ha tempo sino alla fine di agosto per presentare le relative proposte. Le soluzioni che Airbnb proporrà per rimediare a questa situazione saranno esaminate dalla Commissione e dalle autorità per la tutela dei consumatori. Se non saranno ritenute soddisfacenti, nei confronti di Airbnb potrebbe essere avviata un’azione coercitiva.

Tra le richieste della Ue c’è quella di indicare chiaramente se l’offerta è fatta da un privato o un professionista, poiché cambiano le norme relative alla protezione dei consumatori. Inoltre, non può modificare unilateralmente le clausole e le condizioni del contratto senza informare chiaramente i consumatori in anticipo e senza dar loro la possibilità di rescinderlo. Infine, «la politica di Airbnb in materia di restituzioni e rimborsi, e la raccolta delle richieste di risarcimento devono essere chiaramente definite e non devono privare i consumatori dei loro diritti di avvalersi dei mezzi di ricorso disponibili».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA