PALERMO – La Sicilia è ancora in piena crisi. E si mette alle spalle un 2014 con un’economia in recessione, con i principali indicatori economici in discesa. Pil, occupazione, produzione industriale, servizi, prestiti a famiglie e imprese e consumi, ormai al palo. Aumentano i poveri; giovani e laureati hanno ripreso ad emigrare. Crolla l’export (-13,9%), che registra una diminuzione delle vendite di prodotti ottenuti dalla raffinazione del petrolio (-15,2%), e degli altri prodotti siciliani (-11%) all’estero. Si salva solo il turismo, in ripresa sia in termini di arrivi (+8,8%) che di presenze (+6,1%). È il quadro a tinte fosche stilato dalla Banca d’Italia nel suo rapporto sull’«Economia in Sicilia», presentato nella filiale di Palermo.
Dal 2008 al 2014 la ricchezza prodotta nell’isola è crollata vertiginosamente fino a perdere 15 punti percentuali di Pil, ma la contrazione potrebbe cominciare ad attenuarsi dal prossimo anno. Il valore aggiunto nell’industria in senso stretto si è ridotto del 3,8%, è proseguito il trend decrescente degli investimenti, mentre il fatturato, secondo dall’indagine annuale di Bankitalia, condotta su un campione di imprese industriali con almeno 20 addetti, il saldo tra la quota di imprese con fatturato in aumento e quelle con fatturato in perdita è risultato negativo per oltre due punti percentuale. Fa peggio il settore delle costruzioni, con un calo di valore aggiunto del 6,6%, il 6,5% in meno di occupati e il 7,8% in meno di ore lavorate (rispetto al 2008). Valore aggiunto con segno negativo anche nei “servizi”: -1,4%. In calo anche il valore aggiunto del settore agricolo (-4,3%): diminuisce la produzione di cereali, quella di ortaggi e coltivazioni legnose, mentre cresce la produzione di frumento (+4,9%). Crolla la produzione di olive (-40%), così come quella di uva da vino (-30%) a causa delle avverse condizioni climatiche.
Si riduce il credito concesso dalle banche alle famiglie (-1,6%) -nonostante l’aumento delle erogazione di mutui per l’acquisto della prima casa (+20%) – e alle imprese (-2,3%) riflettendo in particolare una scarsa propensione agli investimenti.
In Sicilia nel 2014 l’occupazione è diminuita (-1%, pari a -13.000 unità) seppur a ritmo meno intenso, ma è cresciuto il tasso di disoccupazione al 22,2% (poco più di punto percentuale rispetto al 2013), è quello tra i giovani si è attestato al 40,8%. A perdere il lavoro sono gli uomini (-1,8%), mentre l’occupazione femminile è cresciuta, registrando un aumento, seppur lieve, dello 0,6% rispetto all’anno precedente. Al calo hanno contribuito tutti i settori economici, ad eccezione dell’industria, che ha fatto registrare un aumento del 2% degli addetti. I dati peggiori hanno riguardato l’agricoltura (-6,7%) e le costruzioni (-6,5%). Contenuta la flessione nel comparto dei servizi (-0,3% nel 2014 contro -0,4 del 2013); prosegue la contrazione degli occupati nelle amministrazioni pubbliche, nella difesa e nel commercio.
La contrazione dell’occupazione ha coinvolto, in particolare, i lavoratori dipendenti (-1,9%), per effetto della riduzione dei contratti di lavoro a tempo indeterminato. Per contro è aumentato del 2% il numero degli autonomi.
Gli unici segnali positivi arrivano dal turismo: nel 2014 a differenza del biennio precedente, la presenza di turisti italiani è cresciuta (+11%) sia in termini di arrivi che pernottamenti, mentre il flusso di stranieri (6,1%), seppur in aumento è diminuita del 5,1% rispetto al 2013; la spesa degli stranieri è cresciuta del 25% nel 2014.