Il viceministro
Ponte sullo Stretto, Rixi: «Per costruirlo ci vorranno 5 anni, ma soprattutto servirà un moto d’orgoglio come a Genova»
Intanto questa mattina sull'argomento c'è stato un colloquio tra il Vicepremier e il Ministro Matteo Salvini e i governatori di Sicilia e Calabria
«I tempi di realizzazione tecnica del Ponte sullo Stretto di Messina sono di un quinquennio, ma il Paese deve crederci, non possono farlo da soli né il ministero né il governo, ci vuole un moto d’orgoglio come c’è stato sul ponte a Genova». Lo ha detto il viceministro per i Trasporti e le Infrastrutture Edoardo Rixi, alla presentazione di Qn mobilità, nuovo supplemento mensile e nuovo canale online di Qn Quotidiano Nazionale dedicato al mondo della mobilità in ogni suo aspetto, con grande spazio anche per la green mobility.
«Il decreto per il Ponte c’è, si ripartirà dalle autorizzazioni già ottenute nel 2012 relative ai raccordi ferroviari e stradali – ha aggiunto -. Rimetteremo in vita il piano per quell’opera, aggiornandolo, così da essere in grado di fare una cantierizzazione più veloce».
Per Rixi, «riuscendo a realizzare un’opera come quella, tra l’altro in un’area particolarmente complessa dove intervenire. cambieremmo a livello internazionale la percezione del nostro Paese». E’ chiaro «che è una sfida e anche un rischio per il governo e per chi si espone, ma quale azienda che vuole migliorare non rischia. Se ancor prima di partire riteniamo di non riuscirci saremo marginalizzati».
Intanto questa mattina sull’argomento c’è stato un colloquio tra il Vicepremier e il Ministro Matteo Salvini, il Presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto e quello della Regione siciliana Renato Schifani: hanno fatto il punto sulle esigenze infrastrutturali del territorio.
Oggi del Ponte sullo Stretto ha parlato anche il ministro della Protezione Civile e del Mare, Nello Musumeci, intervenendo nel corso della conferenza stampa inerente il Decreto Legge Sisma. Musumeci ha dichiarato: “Il problema non è l’alto tasso sismico del territorio. Se si desse eccessivo peso all’attività sismica che, in Sicilia più di altri luoghi è presente, allora tutti i siciliani dovrebbero compiere un esodo di massa. La Regione Sicilia, in ottica infrastrutturale, non sarà di certo un ostacolo per l’avanzamento delle procedure burocratiche e dei lavori. Il tema non è questo, bensì quello di affidarsi alla buona e avanzata ingegneria. Quest’ultima ritiene che un’infrastruttura flessibile sia adatta per resistere alle sollecitazioni sismiche di quel territorio. In tutto il mondo sono state realizzate infrastrutture molto più ardite, ma il punto è che la politica fissi gli obiettivi. Al loro raggiungimento ci penseranno poi gli esperti dell’ingegneristica”.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA