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Ponte sullo Stretto, in corso gli aggiornamenti del vecchio progetto: «Bastano 6 mesi»

Negli uffici di piazzale Porta Pia i tecnici sono al lavoro per i nuovi elaborati le cui titolarità giuridiche oggi sarebbero state assorbite da Webuild

Di Michele Guccione |

Forza Italia lo vuole fortemente da trent’anni, la Lega di Salvini spinge ogni giorno per portare l’obiettivo a casa, ed è difficile credere che in Fratelli d’Italia siano contrari all’opera in sé. Non si capisce, quindi, chi nel governo, secondo varie ricostruzioni giornalistiche, possa avere alimentato la tensione nella lunga discussione in Cdm che ha portato all’approvazione con la formula “salvo intese” del decreto “Ponte”. Né regge l’ipotesi che il ministro Matteo Salvini avesse fretta di portare a casa proprio quel giorno il risultato del decreto “Ponte” per compensare l’effetto mediatico della riforma fiscale che avvantaggia la premier Giorgia Meloni: infatti, la riforma fiscale è frutto del lavoro del ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, della Lega, con il suo vice, Maurizio Leo, di Fratelli d’Italia. È possibile, semmai, che eventuali perplessità sulla fondatezza giuridica di alcuni passaggi dell’operazione, attribuite da qualche quotidiano al Colle e all’Ue, possano avere impensierito più di un ministro. Sta di fatto che il primo schema del decreto c’è.

I nuovi elaborati

Negli uffici di piazzale Porta Pia i tecnici sono alacremente al lavoro per aggiornare alcune parti del vecchio progetto del 2011 del consorzio Eurolink, le cui titolarità giuridiche oggi sarebbero state assorbite da Webuild. C’è sicuramente da aggiornare gli elaborati alle norme intervenute nel frattempo in materia di strade e ferrovie, c’è da aggiornare lo studio sull’impatto dell’opera sulla riduzione dell’inquinamento in base ai transiti attuali e futuri di persone, mezzi e merci; ed è già stato chiarito che all’aggiornamento contribuiranno sia Italferr e Anas, per la parte di propria competenza, sia Webuild per la propria, e il governo, su iniziativa di Salvini, ha condiviso l’opportunità di coinvolgere in questo lavoro le elevate competenze ingegneristiche delle università di Napoli, Reggio Calabria e Messina.

La prima pietra

Secondo fonti vicine al dossier, nell’Esecutivo Meloni ci sarebbe ottimismo sulla possibilità di riuscire a riattivare nei tempi annunciati il meccanismo su cui il governo Monti nel 2012 pose la pietra tombale. E in parecchi ci sarebbe anche la convinzione che, se il governo reggerà alle tante turbolenze cui andrà incontro in questo clima d’odio, politico e non, che si sta alimentando nel Paese, si possa arrivare – perchè no – anche alla posa della prima pietra del cantiere.

Siviero: «È la volta buona”

Secondo Enzo Siviero, rettore dell’università e-Campus e uno dei massimi esperti internazionali di ponti, «questa volta ci sono le condizioni perché possa essere quella buona». Secondo Siviero, «Salvini e tutto il governo hanno compiuto un passo avanti enorme, ci sono gli spazi normativi e temporali per farlo, non ci sono ostacoli insormontabili». Il primo passo, ne è convinto l’esperto, «sarà ricostituire la vecchia società con gli organi statutari e con un comitato scientifico per il quale, spero, verranno scelte personalità altamente qualificate. Credo – aggiunge – che la strada intrapresa dal governo con questo decreto sia quella giusta. Webuild è pronta a rinunciare alla penale di 900 milioni se le sarà riaffidata l’esecuzione dell’opera, e con il venire meno del contenzioso questo riattiverà tutti i contratti e rapporti e cadranno le perplessità dell’Unione europea sul fatto di non bandire una nuova gara. È una situazione che giuridicamente si può risolvere, ed economicamente rappresenta un risparmio, dopo che i 2 miliardi destinati al vecchio progetto sono finiti al Nord: lo Stato non paga 900 milioni di penale e, facendo il Ponte, evita di rimborsare ai siciliani ogni anno 6 miliardi, pari al costo dell’insularità che è norma inserita in Costituzione e a carico dello Stato».

L’ipotesi nuova gara

Siviero, a proposito delle perdite per lo Stato, osserva anche che «bandire una nuova gara farebbe trascorrere altri tre anni invano. E questo quando l’Unione europea ha ribadito che il Ponte è un’opera prioritaria per il corridoio scandinavo-mediterraneo».

Il progettista

Quanto agli aggiornamenti del vecchio progetto, «sono marginali, si tratta di un’opera eccezionale che va eseguita con metodi eccezionali. Il progettista è lo stesso che ha progettato il Ponte sui Dardanelli, il ponte strallato attualmente più lungo al mondo; la Parsons transportation ci ha messo il sigillo come autorità indipendente, il progetto è stato validato dal comitato scientifico allora presieduto dall’ex rettore del Politecnico di Milano. Gli aggiornamenti – sottolinea Siviero – si riferiscono ai nuovi e migliori materiali oggi a disposizione rispetto ad allora, alle nuove tecnologie costruttive, all’impalcato che ha due vuoti longitudinali, si parla anche di ripristinare degli ingrigliati nella parte ferroviaria. Ma per quanto riguarda la struttura del Ponte c’è davvero poco da aggiornare. La vera operazione utile da fare – conclude Siviero – è quella di rivedere le opere di accesso, perché meritano altrettanta attenzione quali opere attrattive a fianco di quello che sarà il più bel ponte al mondo. Serve un restyling paesaggistico e culturale per viadotti, strade e quant’altro. Ci vogliono appena sei mesi per passare dal progetto esecutivo a quello definitivo e, nel frattempo, si possono già avviare i primi cantieri».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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