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Paesi meno sviluppati, la Cop29 per noi è un tradimento
"Di nuovo delusi dai Paesi responsabili della crisi climatica"
ROMA, 25 NOV – “Il gruppo dei Paesi meno sviluppati è oltraggiato e profondamente ferito dal risultato della Cop29. Ancora una volta, i Paesi più responsabili per la crisi climatica ci hanno deluso. Noi lasciamo Baku senza un obiettivo globale di finanza climatica ambizioso, senza piani concreti per limitare l’aumento della temperatura globale di 1,5 gradi, e senza il sostegno complessivo disperatamente necessario per l’adattamento e per le perdite e i danni. Questo non è un fallimento, è un tradimento”. Lo scrive in un comunicato il gruppo dei Paesi meno sviluppati (Ldc) alla Cop29 di Baku, che comprende 45 stati in Africa, Asia-Pacifico e Caraibi. “Tre anni di sforzi incessanti dei Paesi meno sviluppati, impegnati in buona fede nel costruire soluzioni e nel lottare per la giustizia, sono stati alla fine gettati via – prosegue la nota -. Le nazioni potenti non hanno mostrato leadership, ambizione, e nessuna attenzione per le vite di miliardi di persone sulla prima linea della crisi climatica. La conclusione della conferenza dell’Onu sul clima ha provato quello che temevamo: la voce di 1,1 miliardi di persone è stata ignorata. Nonostante gli sforzi in tutti i sensi per collaborare con i paesi chiave, le nostre richieste sono state accolte con indifferenza”. Nel nuovo obiettivo globale di finanza climatica (Ncqg) secondo gli Ldc “l’ambizione è assente. L’Ncqg dolorosamente non riesce ad affrontare la scala e l’urgenza della crisi climatica. Ignora i bisogni degli Ldc e dei Sids (il gruppo dei piccoli stati insulari, n.d.r.). Manca un sostegno significativo per le perdite e i danni. Impegni deboli e vaghi non migliorano l’accesso alla finanza climatica per i più vulnerabili. Una carenza di definizioni chiare mina la trasparenza, lasciando la porta aperta per la manipolazione e l’inazione. Non ci sono garanzie dei flussi finanziari attraverso entità affidabili sotto la Convenzione (l’Unfccc, n.d.r.) e l’Accordo di Parigi”.