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L’inflazione continua a volare, carrello della spesa al top: aumenti shock per le verdure (+25%)

Di Redazione |

Forte accelerazione dell’inflazione che ad ottobre sfiora il 12%. Secondo le stime preliminari, l'indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, registra a ottobre un aumento del 3,5% su base mensile e dell’11,9% su base annua (da +8,9% del mese precedente). «Bisogna risalire al marzo 1984 per un tendenziale dell’indice generale NIC pari a +11,9%» commenta l'Istat. 

«La forte accelerazione si deve soprattutto ai prezzi dei Beni energetici (da +44,5% di settembre a +73,2%) e, in misura minore, ai prezzi dei Beni alimentari (da +11,4% a +13,1%). Di seguito i dagli elaborati dall’Istat sugli incrementi suddivisi tra i vari settori, riportati in ordine decrescente.

Abitazione, acqua, elettricità, combustibili +58,8%

Cibo e bevande analcoliche +13,5%

Trasporti +8,0%

Servizi ricettivi e di ristorazione +7,5%

Mobili, articoli e servizi per la casa +7,1%

Altri beni e servizi +3,1%

Abbigliamento e calzature +3,0%

Alcolici e tabacchi +2,3%

Ricreazione, spettacoli e cultura +1,7%

Istruzione +1,0%

Servizi sanitari e spese per la salute +0,8%

Comunicazioni -2,5%   

Continuano quindi a salire il prezzi del cosiddetto «carrello della spesa». Secondo le stime dell’Istat, nel mese di ottobre i prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona passano da +10,9% a +12,7%, e quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto da +8,4% a +8,9%. I prezzi dei Beni alimentari (da +11,4% a +13,1%), sia lavorati (da +11,4% a +13,4%) sia non lavorati (da +11,0% a +12,9%). «È necessario risalire a giugno 1983 (quando registrarono una variazione tendenziale del +13,0%) per trovare una crescita dei prezzi del «carrello della spesa», su base annua, superiore a quella di ottobre», commenta l’Istat. 

Crescono i prezzi al dettaglio dei prodotti alimentari nel carrello, con aumenti che vanno dal +6,5% per la frutta al +25,1% per le verdure. E’ l’allarme lanciato dalla Coldiretti, sulla base dei dati Istat ad ottobre che evidenziano un’accelerazione dei prezzi dei beni alimentari al consumo del +13,1%. Ma è crisi profonda anche nei campi dove bisogna vendere 4 chili di mele per comperare un caffè.

Con l'inflazione record infatti, denuncia la Coldiretti, cresce la forbice dei prezzi tra produzione al consumo con aumenti da 3 o 5 volte dal campo alla tavola; gli italiani sono costretti a tagliare gli acquisti mentre le aziende agricole non riescono neanche a coprire i costi.

Una situazione, ricorda la Coldiretti, che ha portato ad un calo dei volumi acquistati di frutta e verdura del 9% nel 2022 rispetto allo scorso anno, ai minimi da inizio secolo. Ovvia la ricaduta sulle aziende che, oltre ai danni provocati dai cambiamenti climatici che hanno tagliato i raccolti, devono sostenete rincari di ogni tipo; dal riscaldamento delle serre ai carburanti per la movimentazione dei macchinari, dai fitofarmaci ai fertilizzanti, con spese più che raddoppiate, fino agli imballaggi, con gli incrementi che toccano plastiche, e retine (70%), carta per bollini ed etichette (+35%) fino al cartone ondulato per le cassette (+60%). 

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