MILANO, 22 APR – Secondo il Circular Fashion Index
2022 di Kearney, l’Italia è il secondo paese sostenibile tra i
principali produttori per quanto riguarda la moda. Nel lusso, il
podio va alla maison fiorentina Gucci ma nella Top 10 della
classifica generale c’è anche Ovs al quinto posto. Sul podio
della classifica stilata dalla società di consulenza strategica,
che valuta gli sforzi dei brand per estendere il ciclo di vita
dei prodotti, restano Patagonia, The North Face e Levi’s.
La classifica, si legge in una nota, ha riguardato
quest’anno 150 marchi globali che rappresentano 20 paesi e 6
segmenti: sport e outdoor, intimo e lingerie, lusso, lusso
premium/abbordabile, mass market e fast fashion.
Il risultato generale sull’impegno sostenibile è ancora in
salita per l’industria della moda che fatica a raggiungere la
sufficienza (3 punti su 10). Solo il 7% dei brand, infatti,
impiega oggi regolarmente materiali riciclati a fronte di un 39%
che non li utilizza e un 54% che li usa esclusivamente per
dettagli o prodotti selezionati. Anche la comunicazione sulla
cura del prodotto o consigli “etici” di utilizzo resta di
nicchia: solo il 46% dei brand fornisce approssimativamente
questi dettagli alla propria clientela, mentre il 44% non lo fa
affatto.
Dei 150 marchi monitorati il 35% è made in Germania, Francia
e Italia. Resta fuori dalle prime posizioni la Francia che
tuttavia raggiunge complessivamente, con i suoi 22 marchi, il
punteggio più alto nel CFX (3.65), seguita dall’Italia (2.95) e
Germania (2.63), con Esprit al quarto posto, Adidas nel primo
quartile e Hugo Boss nel secondo. Gli Stati Uniti hanno un
punteggio medio di 2.95 e dei rimanenti 16 paesi la Svezia è
quello che ha ottenuto il punteggio migliore (grazie a Lindex),
seguita dal Canada (con Lululemon) e Regno Unito (con Burberry).