Meridi, sarà decretato lo stato di insolvenza per salvare i lavoratori

Di Vittorio Romano / 22 Dicembre 2019

CATANIA – Ormai è certo. Sarà la prima udienza del 2020 della sezione fallimentare del Tribunale di Catania, il prossimo 7 gennaio, a decretare lo stato di insolvenza della Meridi. I giudici hanno infatti optato per questa possibilità, coinvolgendo il ministero dello Sviluppo economico per cercare di salvare il salvabile. E il salvabile ha il volto di ben 609 dipendenti della storica società del patron Antonino Pulvirenti, i quali, in mancanza di acquisizione dell’azienda da parte di terzi, perderebbero il proprio posto di lavoro.

La procedura, rispetto a quella fallimentare, prevede una pre-fase in cui vengono nominati dal Tribunale tre commissari giudiziali, indicati dal ministero, e ai quali spetta il compito di provare a riattivare o vendere l’azienda. Ma siccome la mancanza assoluta di finanza non consentirebbe alcuna prosecuzione, l’unica possibilità sarebbe ancora quella di poter reperire investitori sul mercato disposti a rilevare (ovviamente a costo zero) i punti vendita della società, potendo così salvare tutti o parte dei posti di lavoro.

Forse i commissari, sia per la credibilità istituzionale del loro ruolo (sono pubblici ufficiali), sia per la loro mission (differente rispetto a quella della proprietà che alla vita dell’azienda sembra aver privilegiato quella delle altre società del gruppo), potrebbero riuscire in ciò in cui ha fallito Pulvirenti, che già da tempo prova a vendere la società.

Purtroppo però pesa il macigno di ben 87 milioni di euro di debiti accertato dal Tribunale fallimentare per esplorare altre vie alternative, e forse sarà proprio questa esposizione che porterà la società al capolinea del fallimento. La procedura che intendono adottare i giudici è prevista dalla legge a tutela delle grandi aziende e la possibilità di insediare tre commissari anziché uno (scelta effettuata dai giudici) fa ben capire la complessità della situazione.

Un collegio di commissari giudiziali anziché uno sembra infatti più adeguato ad affrontare tutte le problematiche della società, compreso il recupero (preteso dai creditori) di oltre 10 milioni di euro di crediti che sono stati inopinatamente abbuonati ad altre società del gruppo, tra le quali il Catania Calcio, che ne hanno beneficiato a scapito delle finanze della Meridi.

E a tal proposito potrebbero essere gli stessi commissari a dare ascolto alle istanze dei creditori, che vorrebbero fare di tutta l’erba un fascio ed estendere la dichiarazione di insolvenza o di fallimento a tutte le società del gruppo Pulvirenti, compreso dunque il Catania Calcio, per le notevoli cointeressenze, anche se, allo stato, il Tribunale ha rigettato le istanze per irregolarità formale nella richiesta e per la mancata convocazione proprio del Catania Calcio. Che, allo stato, vede interessata all’acquisto una cordata di imprenditori dei quali però la proprietà (che ne ha dato comunicazione) non intende anticipare i nomi, precisando però che Raffaello Follieri è ormai fuori dei giochi.

Condividi
Pubblicato da:
Redazione
Tag: calcio catania meridi nino pulvirenti supermercati fortè tribunale fallimentare