Ciò che, invece, dovrebbero temere è l’assuefazione dei clienti alle promozioni, che distoglie sempre più i consumatori dall’acquisto di capi a prezzo pieno. Secondo la Confesercenti Catania «bisognerebbe far partire i saldi a fine stagione – afferma il direttore Salvo Politino – limitandone la durata. Potremmo anche aprire una discussione su natura e modalità delle vendite promozionali e su cui si dovrebbero effettuare i controlli necessari, sul rispetto del principio di trasparenza e fiducia nei rapporti con l’utente finale; ma di fatto, senza l’introduzione di una norma che ne regoli data e durata e che dia strumenti e libertà per far competere le nostre piccole imprese, in un contesto diventato fortemente competitivo, sarà sempre più difficile mantenere vivi i nostri centri storici. In un contesto di poca chiarezza, poi, ognuno cerca di arrangiarsi come può: sms, finte vendite promozionali, cartelli ammiccanti e decine di altri stratagemmi al limite del principio di leale concorrenza. Tutto ciò con il rischio di perdere il rapporto di fiducia con il cliente, o quantomeno di alterare uno dei principi cardine del lavoro degli imprenditori, quello della trasparenza».
Per il presidente di Confconsumatori Sicilia Carmelo Calì «l’attuale legislatura sui saldi non collide con l’era del digitale, in cui l’e-commerce non è tenuto a rispettare nessun vincolo su saldi e promozioni (per non parlare degli orari) e, sotto questo profilo, ha un vantaggio maggiore rispetto al singolo commerciante. È esperienza comune che gli stessi commercianti, per non perdere clientela, sono costretti a inventarsi strumenti per liberalizzare nei fatti quello che la normativa si ostina a voler rigidamente regolare. Carte fedeltà, prodotti in promozione, Black Friday, “presaldi”, sms e messaggi Whatsapp con avviso di sconti per gruppi di clienti: sono tutti strumenti che servono per eludere i blocchi temporali rigidi imposti dalla normativa. Ma i commercianti che si vedono togliere quote di mercato dall’e-commerce devono tenere a mente che la tecnologia, comunque, non cancella la prima regola del consumo: chi acquista premia chi genera valore, e quindi vende. Non serve temere lo stravolgimento causato dalle vendite online, ma occorre governarlo, anche cambiando rispetto a quanto si è sempre fatto nel passato».
1) Diffidate dai saldi superiori al 50%, che potrebbero nascondere la vendita di merce dell’anno precedente (potrebbe essere ugualmente un buon affare purché il cliente ne sia informato);
2) La merce in saldo deve essere tenuta separata fisicamente da quella venduta a prezzo pieno e verificate che sia la stessa esposta in vetrina;
3) Sul cartellino devono essere obbligatoriamente indicati il vecchio prezzo, la percentuale di sconto ed il prezzo scontato;
4) Il consumatore ha diritto di provare i capi, esclusa la biancheria intima. Il venditore non è obbligato a sostituire la merce nel caso questa non convinca o soddisfi a pieno il consumatore dopo l’acquisto;
5) I negozianti sono obbligati ad accettare il pagamento con carte di credito anche durante i saldi; in caso di rifiuto non comprate e segnalate il caso per iscritto alla società Servizi Interbancari e a un’associazione di consumatori;
6) Attenzione ai pagamenti effettuati con la carta revolving, perché i tassi applicati possono superare il 20%. Questo strumento di pagamento può essere conveniente nel solo caso di rimborso del capitale in tempi brevissimi;
7) Conservate lo scontrino, perché costituisce prova di acquisto che obbliga il negoziante a sostituire e/o riparare la merce difettosa o “non conforme”, anche in presenza di cartelli con la dicitura che i capi in svendita non si possono cambiare;
8) Anche per la merce in saldo vale la garanzia legale di due anni prevista dal Codice del consumo per i beni difettosi o non conformi a quanto richiesto da chi compra;
9) Gli acquisti on line prevedono il diritto di recedere, senza alcuna penalità e senza obbligo di motivazione, entro 14 giorni dall’acquisto, come ogni altra vendita di beni “fuori dai locali commerciali”;
10) Per ogni problema, si consiglia di segnalare il fatto al locale comando dei Vigili Urbani o all’Assessorato comunale per il commercio, oltre che alle associazioni dei consumatori a voi più vicine;
11) E, infine, fate attenzione all’ “effetto sforamento”: spesso, infatti, spendiamo più di quanto crediamo di stare risparmiando. Utile sarebbe fare una lista degli acquisti in anticipo, e tenerla sott’occhio nel fare compere.