Economia
L’Italia fa affari con la Cina: a febbraio le arance siciliane in volo verso Pechino
SHANGHAI – L’Italia vira con convinzione sulla Cina con cui considera di avere un «rapporto fondamentale», come evidenziato dai contratti firmati dagli agrumi siciliani alle navi di Fincantieri e agli elicotteri di Leonardo.
La nuova missione del vicepremier Luigi Di Maio, la seconda a meno di due mesi dall’Expo di settembre a Chengdu, testimonia la visione del «nuovo governo» e non a caso è su Shanghai per il China International Import Expo, aperto fino al 10 novembre. Oltre 3.600 compagnie partecipanti in rappresentanza di 172 tra Paesi, regioni e istituzioni internazionali, ha scandito il presidente Xi Jinping nel discorso di apertura, rivendicando una vittoria personale per la prima edizione del Ciie fortemente voluta a dimostrare che la Cina non è solo Paese esportatore, ma anche importatore interessato alle novità, pronto a indossare i panni di alfiere della globalizzazione contro il protezionismo.
Al punto da stimare il fabbisogno cinese sull’import di beni e servizi per i prossimi 15 anni, rispettivamente, in 30.000 miliardi e in 10.000 miliardi di dollari. Di Maio, durante l’intervento fatto in italiano al forum su commercio e innovazione del pomeriggio, ha annoverato il reddito di cittadinanza e la riforma delle pensioni «a quota 100» (che favorirà il cambio generazionale e l’ingresso di nuove professionalità sia nel pubblico sia nel privato) nel «quadro dell’innovazione del Paese», tra blockchain, big data, venture capitalism e intelligenza aritificiale, con lo Stato in un nuovo e importante ruolo nell’economia. Di fronte alla platea di diverse centinaia tra premier, politici e icone dell’hi-tech come Bill Gates e Jack Ma (fondatori di Microsoft e Alibaba), il vicepremier è incappato nella gaffe di chiamare il presidente Xi Jinping il «presidente Ping», ha presentato l’Italia orientata alla «smart nation» e ha annunciato che per spingere le piccole imprese sarà introdotto l’«innovation manager» con sgravi fiscali per 40mila euro. Il made in Italy «vuol dire prodotto fatto con amore: investite nel futuro, investite in Italia».
Di Maio ha chiuso il dossier sull’export di agrumi, con arance e limoni che potranno essere trasportati in aereo, in base al nuovo accordo.
«L’opportunità di portare in Cina le arance siciliane già a febbraio, in occasione del Capodanno cinese, adesso è molto più vicina. La notizia, data ieri dal vicepremier Luigi Di Maio, dell’intesa con il governo cinese per l’export degli agrumi via aereo è un traguardo che ci apre scenari nuovi», ha detto il presidente del Distretto Agrumi di Sicilia, Federica Argentati, aggiungendo: «Il Governo italiano, in questo caso tramite il ministero alle Attività produttive, ha dimostrato un’attenzione concreta a tutto il comparto agrumicolo, dando corso con coerenza alle sollecitazioni ricevute a Catania, lo scorso luglio, in occasione dell’incontro con la filiera agrumicola siciliana. La filiera agrumicola con il supporto delle istituzioni regionali e nazionali in alcuni casi si è già uniformata alle rigide procedure imposte dal protocollo Italia-Cina per consentire l’export di agrumi nella Repubblica Popolare Cinese».
«Ma questo impegno sino ad ora era reso vano dall’unica modalità di trasporto consentita, via nave, troppo lungo e non confacente alla corretta conservazione del prodotto fresco – continua il presidente del Distretto -. La possibilità di poter inviare le arance in Cina via aereo, con la pratica del cold treatment a terra, rende adesso possibile l’effettivo export dei nostri agrumi verso il mercato cinese. Il Distretto Agrumi di Sicilia – prosegue Argentati – da tempo ha rivolto attenzione alle opportunità offerte da questo enorme mercato, ancora “vergine” per i nostri agrumi: ha promosso momenti di formazione specifica affrontando i temi della qualità e della protezione dei nostri marchi di provenienza e di eccellenza; ha favorito i contatti tra il gigante cinese del commercio on line e off line, Alibaba, e i produttori siciliani per avviare l’export nei principali mercati cinesi. Adesso aspetteremo i dettagli dell’accordo che consente il trasporto via aereo, certi che un grande e importante passo avanti sia stato fatto, e lavoreremo per accompagnare le imprese nel percorso per sfruttare pienamente questa opportunità”, conclude.
Sulla Belt and Road initiative, la nuova via della Seta, Di Maio ha spiegato che le parti sono alle battute finali per il memorandum come primo Paese del G7, tanto che la firma (“forse entro fine anno”) potrebbe essere firmata in Sicilia. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA