MEZZOGIORNO
La doppia svolta per la Zes unica del Sud: ecco cosa cambia per chi investe
Dall'aumento del fondo per il credito d’imposta al nuovo coordinatore, il governo dà slancio alle Zone economiche speciali
In un giorno due svolte per la Zes unica del Sud. Il governo Meloni ha posto rimedio al pasticcio del credito d’imposta per investimenti. La verifica condotta sulle oltre 16mila prenotazioni di incentivo presentate dal 12 giugno al 12 luglio per quasi 10 miliardi richiesti a fronte di un budget di 1,6 miliardi, sollecitata dal ministro Raffaele Fitto, ha portato a stabilire che gli investimenti effettivamente completati ammontano ad appena 167 milioni, quindi meno del 2% del totale. Ad oggi solo questi progetti hanno diritto a ricevere il credito d’imposta che, quindi, potrebbe tornare ad essere il 60% dell’importo così come indicato nel decreto. Invece l’Agenzia delle Entrate aveva suddiviso 1,6 miliardi per tutte le istanze pervenute, ottenendo un misero 10,6% dell’investimento totale.
Inoltre, le analisi condotte dal dipartimento Sud – ma anche le segnalazioni di alcune associazioni di categoria – hanno permesso di individuare numerosi casi di “progettifici”, cioè di progetti presentati dallo stesso imprenditore tramite società diverse o anche, a quanto pare, progetti “fotocopia”: in caso di conferma dopo gli approfondimenti, questi saranno esclusi. E ci sarà, infine, una esclusione naturale: per ottenere il credito d’imposta quest’anno, gli investimenti dovranno essere completati, collaudati e rendicontati entro il prossimo 15 novembre, pena il rinvio alla finestra di febbraio 2025. Ebbene, tutti gli imprenditori che hanno incluso l’acquisto di macchinari non potranno rientrare nei termini, in quanto i macchinari vengono consegnati in sei-otto mesi dall’ordine e, considerata la pausa di agosto, installazione e collaudo non potranno avvenire prima dell’anno nuovo.
Credito d’imposta
Dunque, ragionevolmente l’ammontare delle richieste ammissibili potrebbe ridursi di oltre il 50%. È per questo che è stata salutata con favore dal mondo imprenditoriale la decisione di ieri del Cdm di aumentare a 3,2 miliardi lo stanziamento per il credito d’imposta nella Zes Sud. Considerato che potrebbe servire non più di un miliardo, le imprese ammesse quest’anno potrebbero ricevere la percentuale intera di beneficio e i fondi residui potrebbero slittare al prossimo anno. Là sì che potrebbe verificarsi un overbooking reale, quando anche solo il 50% degli investimenti prenotati dovrebbe arrivare a conclusione, quasi 5 miliardi.
È per questo, e anche per dare più credibilità futura allo strumento della Zes unica, che Fitto ha previsto nel provvedimento che il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, e i governatori delle Regioni del Sud “possano”, se sarà necessario e se lo ritengono, destinare all’integrazione di questo fondo Zes una parte delle risorse previste dagli Accordi di Coesione finanziati dall’Ue per le misure della competitività delle imprese, che nel complesso, fra Mimit e Regioni, ammontano a 4,2 miliardi.
L’altra buona notizia riguarda l’ampliamento dei termini: per comunicare l’avvenuta fine dei lavori entro il prossimo 15 novembre e chiedere all’Agenzia delle Entrate il riconoscimento del beneficio fiscale, le imprese avranno tempo fino al 2 dicembre; entro il 12 dicembre l’Agenzia comunicherà la definitiva ripartizione percentuale delle risorse.
L’esperto
Infine, la seconda svolta per la Zes Sud: dopo avere costruito la “macchina” della struttura di missione e avere definito il Piano strategico, il coordinatore Antonino Caponetto si è dimesso a far data dal 5 agosto, ufficialmente per “motivi personali”. Al suo posto Fitto ha nominato Giosy Romano, avvocato amministrativista. Romano è presidente del consorzio Asi della provincia di Napoli e presidente della Confederazione italiana per lo Sviluppo economico, ma è più noto per essere stato, fino a febbraio scorso, commissario delle Zes Campania e Calabria, nominato dalla ministra per il Sud (allora di Fi) Mara Carfagna e considerato vicino al governatore campano del Pd, Vincenzo De Luca. Romano si è distinto per essere stato il primo a mettere a regime le due Zes, con tanti brillanti risultati in termini di investimenti esteri realizzati nel manifatturiero e nella logistica.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA