La sfida catanese alla crisi mondiale dei microchip: alla scoperta del nuovo stabilimento StM nell’Etna Valley

Di Giambattista Pepi / 06 Ottobre 2022
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StMicroelectronics, la joint venture italo-francese, leader globale nei semiconduttori, costruirà a Catania un impianto integrato per la produzione di substrati in carburo di silicio (SiC) per supportare la domanda crescente di questi dispositivi per applicazioni automotive e industriali. L’investimento ammonta a 730 milioni di euro in cinque anni, con il contributo dello Stato (292,5 milioni di euro nell’ambito del “Pnrr”, approvati dalla Commissione europea attraverso il “Recovery and Resilience Facility”) e genererà circa 700 posti di lavoro.

L’impianto di produzione di substrati in SiC – che sorgerà accanto allo stabilimento che produce dispositivi in SiC, su un terreno venduto nell’agosto 2019 dal Comune di Catania in tempi record e accelerando l’iter autorizzativo per battere la concorrenza di altri Paesi esteri – sarà il primo del genere in Europa per la produzione in volumi di substrati epitassiali in SiC da 150 mm e integrerà tutti i passaggi del flusso produttivo. StM è impegnata a sviluppare substrati da 200 mm in futuro. 

«Il nuovo impianto sarà fondamentale per la nostra integrazione verticale nel SiC, ampliando la nostra fornitura di substrati in SiC in una fase in cui aumenteremo ulteriormente i volumi per sostenere la transizione da parte dei nostri clienti dei settori automotive e industriale verso l’elettrificazione e maggiore efficienza», dice l’A.d. della STM, Jean-Marc Chery, che definisce il progetto «cruciale» nella prospettiva ambiziosa della società di toccare oltre 20 miliardi di ricavi.

«Il via libera europeo al potenziamento della StM di Catania è una bellissima notizia», aggiunge il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti. «Come Mise abbiamo seguito con attenzione e discrezione il processo che va nella direzione auspicata dell’indipendenza italiana ed europea nel settore della microelettronica, obiettivo a cui il ministero ha lavorato con altre iniziative: dall’Importante progetto di comune interesse europeo nella Microelettronica, ai Contratti di sviluppo fino agli Accordi di innovazione per il settore. Oggi vediamo i primi frutti di questo lavoro».  

«La misura italiana approvata rafforzerà la catena di approvvigionamento dei semiconduttori in Europa, aiutandoci a realizzare la transizione verde e digitale, e garantirà all’industria una fonte affidabile di substrati innovativi per chip ad alta efficienza energetica»,  commenta Margrethe Vestager, vicepresidente della Commissione Ue e commissario alla Concorrenza. 

La leadership di StM nel campo SiC è il risultato di 25 anni di specializzazione e impegno in attività di R&S, testimoniati da un ampio portafoglio di brevetti in processi chiave. Catania è per StM un sito importante per l’innovazione, poiché ospita il più grande centro di R&S e produzione SiC, e contribuisce con successo allo sviluppo di nuove soluzioni per produrre dispositivi SiC in quantità maggiori e qualità migliore. 

 

 

Con un ecosistema consolidato nell’elettronica di potenza, che include una proficua collaborazione a lungo termine tra StM e diversi stakeholder (l’Università, il Cnr e aziende coinvolte nella produzione di apparecchiature e prodotti) oltre a una vasta rete di fornitori, questo investimento rafforzerà il ruolo di Catania come centro di competenza globale nella tecnologia del carburo di silicio e per nuove opportunità di crescita. 

I prodotti avanzati StPower in tecnologia SiC sono attualmente prodotti in volumi elevati negli stabilimenti di Catania e Ang Mo Kio (Singapore). Le attività di collaudo e packaging si svolgono nei siti di back-end di Shenzhen (Cina) e Bouskoura (Marocco). L’investimento in questo impianto di produzione di substrati in SiC si fonda su queste competenze e rappresenta per StM un passo significativo verso l’approvvigionamento interno del 40% dei wafer SiC entro il 2024.

 

 

Questo investimento ha un grande valore strategico, non solo per Catania e la Sicilia, perché è un comparto ad alta intensità di investimenti ed elevata occupazione intellettuale, ma anche per l’Europa che, attraverso esso, vuole rimettersi in gioco in un mercato dominato da Usa, Taiwan, Cina e Corea del Sud. Lo stabilimento STMicroeletronics di Catania occupa oggi circa 4.696 dipendenti – di cui 1.400 operai – con un indotto complessivo di circa 10mila persone. Tra i dipendenti ci sono laureati in ingegneria, fisica, chimica e diplomati di area tecnica. La Stm, la realtà produttiva più significative della cosiddetta Etna Valley, è anche quella che utilizza già tecnologie d’avanguardia per la produzione di transistor e circuiti integrati elettronici. 

L’European Chips Act, il progetto di legge da 42 miliardi varato da Bruxelles nei mesi scorsi, mira proprio a spingere la produzione europea dei semiconduttori portandola dal 10% su scala globale di oggi al 20% entro la fine del decennio per ridurre la dipendenza dall’Asia. In più c’è l’Ipcei. 

Si stima che il mercato globale dei semiconduttori raddoppierà in questo decennio, la produzione europea dovrà quadruplicare. Per farlo, la Commissione europea ha approvato un forte sostegno pubblico. Bruxelles prevede sovvenzioni per 12 miliardi (6 miliardi dall’Ue e 6 dagli Stati) per finanziare la ricerca di chip più innovativi e lo sviluppo di linee di produzione. Per favorire la realizzazione di impianti di grandi dimensioni e l’innovazione delle piccole imprese, saranno autorizzati 30 miliardi di aiuti pubblici da parte degli Stati membri alle industrie del settore, compresi gruppi extra-europei, come Intel, intenzionati a investire in Europa. 

 

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Pubblicato da:
Alfredo Zermo
Tag: etna valley microchip stm stmicroelectronics