Infrastrutture: si procede con l’Alta Velocità, ma Ponte e Sicilia dimenticati dal governo

Di Alfredo Zermo / 22 Giugno 2021

Quasi tutti i giorni le agenzie di stampa stanno battendo notizie sull'aggiudicazione degli appalti per l'Alta Velocità. È di oggi per esempio la notizia che il gruppo Webuild si è aggiudicato definitivamente il contratto per la progettazione esecutiva e l'esecuzione della linea ferroviaria Napoli-Bari, tratta Orsara- Hirpinia, del valore di 1,075 miliardi di euro, inclusi gli oneri della sicurezza. I lavori, che saranno gestiti da Webuild per il cliente Rete Ferroviaria Italiana (Gruppo Fs Italiane), saranno eseguiti da un consorzio in cui il gruppo è leader, con una quota del 70%, insieme a Pizzarotti (30%). Il nuovo risultato segue la recente aggiudicazione di un altro lotto di 11,8 km della stessa linea, tra Orsara e Bovino e del valore di 367,2 milioni di euro.

Solo pochi giorni addietro invece la ministra per il Sud, Mara Carfagna, ha reso che  «finalmente ci sono i soldi per completare l’alta velocità Salerno-Reggio Calabria» grazie al decreto legge approvato in Senato. 

È sempre recente invece la dichiarazione dell'amministratore delegato di Rfi Vera Fiorani che per la tratta Roma Reggio Calabria «c'è l'obiettivo di portare i tempi di percorrenza a quattro ore grazie ai treni che sulla linea ad Alta Velocità raggiungeranno in media una velocità fra i 250 e i 300 chilomentri all’ora» .

E dopo Reggio Calabria cosa succede? Niente. Questa è la vera la risposta. Il ministro Giovannini alcune settimane fa ha portato in Parlamento la relazione – attesa per quasi 9mesi – della Commissione istituita presso il Ministero dei Trasporti dall’ex ministro De Micheli sul Ponte promettendo un dibattito pubblico sul tema ma sul Ponte in realtà è calato il silenzio. Dopo la relazione che certificava l'esigenza di un collegamento stabile tra Sicilia e Calabria, pur rilanciando un progetto a tre campate, dal governo e da Giovannini non c'è più stata una parola su quella che è la madre di tutte le grandi opere. «Serve una risposta chiara e immediata da parte del Ministero dei Trasporti e delle mobilità sostenibili sulla volontà e sui tempi di realizzazione del Ponte sullo Stretto. Basta con le perdite di tempo», ha detto ieri Matilde Siracusano, deputata messinese di Forza Italia. 

Di Ponte non se ne parla più, ma in realtà qualcosa sul fronte infrastrutture in Sicilia si muove. Nell'Isola Webuild sta per esempio realizzando il raddoppio della linea ferroviaria ad alta capacità Palermo-Catania (nella tratta Bicocca-Catenanuova) e tra Catania e Messina, nella tratta Giampilieri – Fiumefreddo (2° Lotto Funzionale Taormina – Giampilieri), aggiudicato lo scorso marzo e i cui lavori sono in partenza. 

Un gioco da ragazzi – verrebbe da dire –  rispetto al contratto da 16 miliardi di dollari che Webuild ha appena chiuso negli Usa per realizzare la linea ad alta velocità che permetterà al primo «treno proiettile» a stelle e strisce, sul modello giapponese Shinkansen, di collegare Dallas e Houston, viaggiando a 320 chilometri orari e coprendo così in 90 minuti la distanza tra le due metropoli. «Significa portare crescita, trasferire negli Usa la grandissima competenza acquisita con ferrovie dello Stato nella costruzione dell’alta velocità, portare la tecnologia italiana, i nostri ingegneri» ha detto tra l'altro Pietro Salini, Ceo della multinazionale delle infrastrutture Webuild. 

Già, i nostri ingegneri. Webuild, proprietaria del progetto del Ponte sullo Stretto a un'unica campata, alcuni mesi fa si era detta disponibile ad aprire subito il cantiere. In sei mesi era pronta a posare la prima pietra. Salini aveva parlato di centomila posti di lavoro da creare in una delle aree più depresse del Paese. Un'occasione unica.  Ma dai Palazzi romani non è arrivata risposta. C'è stato il silenzio, uguale a quello sceso sulla relazione che dice sì al Ponte. Dimenticata, come la Sicilia e i siciliani.

 

 

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Alfredo Zermo
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