In Sicilia la siccità blocca anche il raddoppio ferroviario: serve acqua per scavare le gallerie con la “talpa”

Di Michele Guccione / 23 Ottobre 2024

Tra il dire e il fare c’è di mezzo… la siccità. Che, oltre a mettere in difficoltà città e campagne, rischia di pregiudicare la realizzazione di infrastrutture strategiche per l’Isola. Per scavare le gallerie della linea ad alta velocità Palermo-Catania, finanziata dal “Pnrr” a Rfi che l’ha affidata al gruppo Webuild, si stanno utilizzando “talpe” Tbm costruite in Cina. Enormi macchinari le cui frese vanno raffreddate in fase di scavo con sei litri d’acqua al secondo. All’epoca del progetto, fra il 2021 e il 2022, Siciliacque si era impegnata a fornire l’acqua necessaria ai vari cantieri ubicati nella Sicilia centrale. Ma quest’anno la società ha dovuto comunicare l’impossibilità di rispettare quegli impegni: con la poca risorsa disponibile bisogna dare priorità a città e campagne.

Per raffreddare la Tbm già montata nel cantiere di Dittaino la task force della Regione ha già risolto il problema disponendo che Rfi costruisca una condotta per utilizzare l’acqua trattata dal depuratore di Dittaino. Ma per le altre da impiegare sulla tratta centrale, tra Fiumetorto e Enna, non c’è risorsa idrica disponibile. L’unica fonte utilizzabile è la poca acqua salmastra invasata dalla diga Villarosa, che però la Regione aveva già impegnato. Qui, infatti, Edison è stata autorizzata a sfangare i fondali e a sistemare la diga e le opere di adduzione, a proprie spese, in cambio della possibilità di realizzare un lago superiore e un impianto di sollevamento per attivare un “pompaggio” idroelettrico a supporto dell’equilibrio della rete, come previsto dai piani del ministero della Sicurezza energetica. Le opere avrebbero anche messo a disposizione della collettività più acqua dell’attuale capienza.

L’emergenza ferroviaria ha però, avuto il sopravvento sull’investimento di Edison, in quanto la “talpa” a Enna è già arrivata, si sta montando e tenerla ferma costerebbe un patrimonio. La Regione, dunque, ha disposto che Rfi e Webuild a proprie spese sfanghino il fondale e costruiscano una condotta lunga 40 km per trasportare acqua da Villarosa fino al cantiere, e ciò per il tempo necessario a scavare la galleria. Edison, in attesa che si “liberi” la diga dalle attività di Rfi, potrebbe cominciare a eseguire altre opere, come lo scavo del lago superiore (ma di questo non c’è certezza). Il problema, adesso, è che la burocrazia non perda tempo ad autorizzare queste opere non previste, per non provocare ritardi nel completamento della linea che, come è noto, va terminata a giugno 2026.

Altro intoppo non previsto sulla Palermo-Catania si è verificato per la seconda “talpa” in arrivo che dovrà scavare una galleria più vicino a Fiumetorto. Qui, in base alle decisioni della task force e in accordo con il Comune di Termini Imerese, la Regione, Siciliacque, Genio civile e l’autorità d’ambito, per l’acqua di raffreddamento si farà ricorso a quella trattata dal depuratore di Termini Imerese. Rfi e Webuild, a proprie spese, dovranno costruire un “terzo stadio” del depuratore, così come stabilisce la norma regionale, per affinare la risorsa, e una condotta per trasportare l’acqua fino al cantiere.

Ma non è la siccità l’unico ostacolo per i cantieri dell’alta velocità. Infatti, durante l’avvio dello scavo di una galleria lungo la Catania-Messina, le analisi hanno evidenziato una maggiore presenza di arsenico nel terreno rispetto ai risultati della caratterizzazione preventiva. L’elevata presenza dell’elemento chimico velenoso, a quanto pare, è determinata dalla secolare attività dell’Etna. Ma, tant’è, lo scavo è stato interrotto in quanto la cava originariamente individuata per lo smaltimento non è più idonea a contenere in maniera sicura questo materiale. Dunque, Rfi e Webuild stanno provvedendo a installare un sistema di “lavaggio” dello “smarino di galleria” (i detriti prodotti dallo scavo) e a individuare un sito più idoneo al suo smaltimento.

Pubblicato da:
Alfredo Zermo