PALERMO – Chi sono, quanti sono e chi li controlla? L’elenco numerico delle famiglie di beneficiari del Reddito di cittadinanza suddivisi per comuni, pubblicato dall’Inps, spiega che in tutta Italia le domande accolte al 31 luglio scorso, fra Reddito e Pensione di cittadinanza, sono 896.173, e che a guidare la classifica sono Napoli, con 36.399 domande accolte, a seguire Roma con 32.905 e Palermo con 26.114. Ma l’analisi dei dati dei Comuni siciliani porta inevitabilmente a porsi queste domande. Perchè è evidente che i conti non tornano. E anche Salvini ha detto di avere mille dubbi sul reddito e ha annunciato di voler rivedere la misura voluto dal M5s, cosa che forse proverà a fare da solo visto che dopo l’apertura della crisi di governo si è già candidato a prossimo premier.
Ma torniamo al reddito. Vi sono città della Sicilia che hanno più percettori di quanti se ne contino nei rispettivi capoluoghi di provincia; comuni nei quali la percentuale di possessori della card è prevalente sul totale della popolazione; e altri nei quali la coincidenza di fenomeni come il caporalato o il noto condizionamento di certa politica basata sul consenso, e i numeri del Reddito, fa nascere qualche sospetto.
La parola ora spetta ai controlli. E se nelle grandi città le forze dell’ordine hanno dimostrato di avere buon gioco a organizzare blitz e controlli a caccia di “furbetti”, nei piccoli centri è più difficile farla franca, data la presenza dei classici investigatori che, conoscendo uomini e cose del paese, hanno gli strumenti per individuare i falsi poveri che lavorano in nero o che sono dediti ad attività illecite. Dunque, i cittadini onesti si aspettano a breve i risultati di queste verifiche. Soprattutto dove le anomalie sono davvero evidenti.
L’elenco mostra subito il primato di Palermo, terza città d’Italia con 26.114 istanze ammesse. Ma già spicca il divario con l’altro grande capoluogo, Catania, che è sotto del 50%: 13.071. In linea gli altri capoluoghi di provincia: Agrigento, 1.872; Caltanissetta, 2.306; Enna, 569; Messina, 8.070; Ragusa, 1.276; Siracusa, 3.991; Trapani, 2.372. Ma come si spiega, ad esempio, che Marsala, centro certamente non depresso economicamente, ha più beneficiari di Trapani, esattamente 2.581? Quesito simile si pone a Castelvetrano, città non povera, dove i nuclei richiedenti ammessi sono 1.364.
O ancora, vi sono centri agricoli che basano tutta la loro economia sulle produzioni di eccellenza e dove notoriamente il caporalato impera, eppure hanno record di card. È il caso di Canicattì, patria dell’uva Italia e con uno dei Centri per l’impiego più dotati di personale della Sicilia, e che annovera tra i suoi cittadini ben 1.050 percettori di Rdc. O Vittoria, culla della serricoltura e sede di un grande mercato ortofrutticolo, che registra ben 1.660 Redditi. E si notano altri centri a forte vocazione agricola, come Avola con ben 990 nuclei, Francofonte con 534, Lentini con 897.
Ma come non notare i boom registrati in altri centri nei quali certa vecchia politica fa presa storicamente sul clientelismo, come la ricca Bagheria con 2.704, Carini con 1.631, Misilmeri con 1.315, Monreale con 1.503, Partinico con 1.290? Al confronto, bisogna riconoscere che a Corleone sono stati prudenti, ottenendo solo 221 card.
Che a Termini Imerese, con la chiusura della Fiat, ci siano 1.059 beneficiari, ci sta tutto, così come nell’altra grande area di crisi industriale, Gela, con 2.421, cioè più dello stesso capoluogo Caltanissetta; e ancora nelle aree di crisi commerciale del Catanese: dai 1.365 di Acireale ai 1.284 di Caltagirone fino ai 1.679 di Misterbianco e i 1.427 di Paternò. Nè desta sorpresa la marineria in crisi di Mazzara del Vallo che genera 1.995 percettori. Ma a Lipari, dove si sa che tutti lavorano col turismo, stonano i 329 beneficiari, così come nell’altra città fortemente turistica, Noto, dove si contano 616 pratiche ammesse, soprattutto se messi a confronto coi 629 di Milazzo o i 497 di Priolo Gargallo o gli 890 di Augusta, centri nei quali si soffrono duramente le conseguenze della crisi industriale. Cittadini morigerati nella famosa Taormina, dove i poveri beneficiari si sono fermati a 174. Probabilmente qui esagerare avrebbe acceso fin troppi riflettori.
Ultima curiosità: il comune con meno percettori di Reddito e pensione di cittadinanza è Roccafiorita, in provincia di Messina, con un solo nucleo. È preceduto da Sclafani Bagni, in provincia di Palermo, con 2 famiglie, e da Gallodoro, sempre in provincia di Messina, con cinque famiglie. In questi casi, al contrario delle anomalie evidenziate prima, grida molto di più l’incidenza della povertà in relazione ad una popolazione assai esigua e ad economie fortemente depresse da emigrazione e carenza di politiche di sviluppo.