L’azzeramento dell’Iva su pane, pasta e latte ha conquistato i titoli di giornali e tg, ma a conti fatti vale pochi euro a testa. I consumatori hanno imbracciato la calcolatrice e fatto i calcoli: il risparmio annuale si aggirerebbe sui 22 euro l’anno per una famiglia 'medià. «E' una misura mediatica, vale poco», ha affermato il presidente del Codacons Carlo Rienzi. Decisamente più tranchant sono invece stati i rappresentati di Unione Consumatori e Assoutenti: "un’elemosina», dicono i primi; «un bluff», stigmatizzano i secondi.
Il conto parte dai dati dell’Istat. Su pane, pasta e latte la spesa annua per una famiglia media è di 261,72 euro per il pane, 142,08 euro per il latte, 140,4 euro per la pasta: un totale di 544,2 euro che 'sterilizzatì dell’Iva al 4% vale poco meno di 22 euro a famiglia. Meno di un euro al mese che secondo Massimiliano Dona dell’Unc «andrebbe nelle tasche dei consumatori solo nella fantasiosa ipotesi che i commercianti trasferissero matematicamente il taglio dell’Iva sul prezzo finale e non lo incassassero invece loro».
Meglio, secondo le diverse associazioni, ridurre l’Iva sul gas o sulla luce, che i fornitori sarebbero obbligati a ridurre per legge. Oppure estendere l’azzeramento Iva a tutti i beni alimentari, con un risparmio a famiglia che – calcola il Codacons – andrebbe dai 180 euro per una coppia senza figlia ai 300 euro per un nucleo di 5 persone.
Non piace ad Assoutenti nemmeno la cosiddetta Amazon Tax, che si applicherebbe sulle consegne a domicilio: «Meglio misure a sostegno dei piccoli negozi, perché il rischio concreto è che una simile tassa sia interamente scaricata sui consumatori finali, con l’incremento dei costi del servizio».