Il sindaco invoca fiducia: «I conti non sono malati»
Il sindaco invoca fiducia: «I conti non sono malati»
TAORMINA – L’hanno eletto per curare una città che adesso si risveglia con una diagnosi inquietante: morte finanziaria. Eppure Eligio Giardina, medico mutualista da due anni e mezzo sindaco di Taormina, è convinto: «Siamo sani». E invoca: «Dateci fiducia». Ci riceve nel suo studio, monacalmente sobrio, di Trappitello.
Sindaco Giardina, cominciamo da una cattiveria sul suo conto.
«Ah, bene… ».
Dicono che lei non è un bravo sindaco anche perché non è taorminese. «Una scemenza colossale. Io sono originario di Limina, ma frequento Taormina dal 1960: ero in prima elementare ai salesiani, assieme a tanti compagni di classe diventati classe dirigente. Ora vivo e lavoro a Trappitello. Non è che un bravo sindaco deve abitare in corso Umberto, la sua capacità si vede dai fatti».
Appunto. Il dissesto annunciato dalla Corte di conti non depone certo a suo favore… «Sono rimasto sorpreso. Mi sembra assurdo, anche se aspetto di leggere le motivazioni. Faremo ricorso alla sezione riunita della Corte dei conti di Roma».
Lei è andato già alla fine. Ma partiamo dall’inizio: perché Taormina è sull’orlo della bancarotta?
«Non certo per colpa mia. La mia amministrazione ha fatto tutto quello che era nelle sue possibilità per risanare i conti: nessun debito, spendig review delle spese, aumento di tutte le tasse. I conti non sono malati, chiediamo fiducia».
Eppure ci sono quei “fantasmi” contabili usciti da un vecchio armadio…
«È questo che mi fa uscire fuori di testa! C’è il contenzioso con Impregilo, ad esempio. Un giudice non togato ha riconosciuto 24 milioni, ma la Cassazione dice che il credito è di 4 milioni, che abbiamo accantonato nel piano di risamemento. E il Comune, dopo che la commissione di collaudo ha detto che i lavori non sono a regola d’arte, ha chiesto 39 milioni all’impresa. Insomma, è una situazione ancora in itinere: sarebbe un grosso errore se la Corte dei conti avesse considerato soltanto i 24 milioni».
L’opposizione l’accusa di non vigilare sugli evasori.
«Un’altra bugia: stiamo lavorando bene. Così come sui rifiuti: con la nuova gestione comunale risparmieremo 1,3 milioni»
E gli albergatori sono inferociti per il raddoppio della tassa di soggiorno.
«Era un aumento necessario, che comunque scatterà dal prossimo gennaio. C’è stata molta enfasi sui 5 euro, che però riguardano solo i 5 stelle: che volete che siano 5 euro per un turista che paga 800 euro a notte? Investiremo questi soldi per lo sviluppo turistico, non per rattoppare strade. Ma “turismo” significa anche avere una città pulita con servizi eccellenti».
Il presidente del consiglio sfida gli albergatori-evasori: fuori i nomi!
«Diciamola così: gli albergatori sono fra i primi a non contribuire regolarmente al bilancio comunale. E poi talvolta, così come per i ristoratori, quando vai lì a battere cassa magari scopri scatole cinesi, società con prestanomi che aprono e chiudono. Valli a prendere… Ma la vera lotta sarà ai b&b evasori totali: contiamo di ricavare 400-500 mila euro».
L’hanno criticata pure sul Parco archeologico: un errore andare con Giardini e Francavilla?
«Manterremo il 30% dello sbigliettamento, pari a 1,3 milioni l’anno, e il resto verrà redistribuito fra i tre siti. Solo gli sciocchi, come per il porto turistico, si lamentano per il nome: che mi interessa se si chiama “di Naxos” se poi è utile a Taormina? ».
Ha paura di passare alla storia come il sindaco del crac di Taormina?
«Nessuna paura. Se, così com’è giusto, non ci accollano contenziosi del passato, Taormina è sana. Anzi la vuole sapere una cosa? ».
Dica…
«Siamo uno dei pochi Comuni che potrebbe reggersi sulle proprie gambe, anche senza trasferimenti di Stato o Regione. Ce la faremo, vedrà che ce la faremo». Auguri. twitter: @MarioBarresiCOPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA