Due grandi manager di profilo internazionale e tre tecnici di altissimo profilo nazionale sono chiamati a realizzare un sogno vecchio cento anni: costruire il Ponte sullo Stretto di Messina. Come aveva annunciato il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, detto fatto: nella prima settimana di giugno, cioè ieri, l’assemblea dei soci della riesumata società Stretto di Messina ha designato i cinque consiglieri di amministrazione: i due supermanager Pietro Ciucci e Giuseppe Recchi, indicati dai ministeri dell’Economia e delle Infrastrutture; Eleonora Mariani, indicata dall’Anas, di cui è direttore del settore legale; l’avvocato di Palmi e politico Giacomo Francesco Saccomanno dell’omonimo studio legale, indicato dalla Regione Calabria (è commissario della Lega in Sicilia); e la professoressa catanese di Diritto costituzionale Ida Angela Nicotra, indicata dalla Regione siciliana. Rispettate, così, anche le “quote rosa”, il Cda ha poi eletto Recchi presidente e Ciucci A.d.
Per Pietro Ciucci si tratta di un trionfale ritorno. Ex D.g. dell’Iri e collaudatore del Mose, Ciucci è stato presidente fino al 2015 dell’Anas, facendola diventare la prima stazione appaltante d’Italia, ed è stato A.d. della Stretto di Messina riuscendo a tradurre il progetto in cantiere fino al colpo di spugna deciso da Mario Monti. Aveva già portato avanti tutte le premesse per la costruzione. E adesso tocca a lui ora ripartire da quel punto e realizzare ciò che nel frattempo è diventato “il Ponte degli italiani” o “il Ponte del Mediterraneo”.
Sarà supportato dal prestigio internazionale di Giuseppe Recchi, ingegnere specializzato nella costruzione di ponti, finora A.d. del principale gruppo europeo di diagnostica e servizi ambulatoriali, ma è stato, fra l’altro, presidente di Telecom ed Eni, A.d. di una controllata di General Electric, consigliere d’amministrazione di varie banche e fondi di investimento e a capo di due gruppi internazionali specializzati nella costruzione di infrastrutture complesse. Non a caso Matteo Salvini ha parlato di «un mix di esperienza, novità e competenza, per realizzare dopo decenni un’opera straordinaria a livello mondiale».
Infatti, oltre alle citate competenze e a quella specifica di Mariani, la Sicilia può vantare la figura di Ida Angela Nicotra, avvocata e docente all’Università di Catania, che è stata anche componente dell’Anac, della Commissione paritetica Stato-Regione, del Comitato scientifico della Corte dei conti ed esperto della Commissione di studio per le riforme costituzionali di Palazzo Chigi. A febbraio scorso, inoltre, è stata nominata nel Comitato tecnico-scientifico funzionale alla determinazione dei Livelli essenziali delle prestazioni relativi ai diritti sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale, in vista della riforma dell’autonomia differenziata.
Per il governatore Renato Schifani «adesso il Ponte sullo Stretto non rimarrà una cattedrale nel deserto, perché rappresenterà un grande acceleratore per la crescita e lo sviluppo dei collegamenti stradali e ferroviari dell’Isola. L’opera ripropone il tema dell’Alta velocità ferroviaria anche nella nostra regione e il ripristino del corridoio Berlino-Palermo».
L’avvio formale dell’operatività della società in house è coinciso con un convegno sul Ponte organizzato dalla Cisl a Messina, nel corso del quale Salvini ha chiarito che l’opera potrà costare anche meno dei 13,5 miliardi previsti dal Def, che parte delle risorse arriverà dalla Bei e da investitori esteri, che l’avvio dei lavori è stimato nel 2024, che si darà lavoro a 100mila persone, che sarà «la più grande operazione antimafia di questi 50 anni, perché dove c’è lavoro, speranza e fiducia la mafia e la ‘ndrangheta non attecchiscono». Il ministro ha confermato che oltre al Ponte si completeranno le opere di collegamento, con investimenti già in corso in Sicilia e Calabria. Gli ha fatto eco l’A.d. del gruppo Fs, Luigi Ferraris: «Il Ponte sullo Stretto si inserisce in un contesto infrastrutturale più ampio, che in Calabria e in Sicilia vedrà il gruppo Fs investire nei prossimi dieci anni 80-90 miliardi di euro per potenziare una rete che porterà benefici all’Italia e all’Europa, vista la centralità del Ponte nel progetto del Corridoio scandinavia-mediterraneo delle merci e della Rete transeuropea di trasporto Ten-T». Proprio ieri è stato appaltato l’ultimo tratto della ferrovia ad Alta capacità Palermo-Catania, la Fiumetorto-Lercara.