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Il Ponte “collegherà” Africa e Balcani: ecco come l’Europa lo cofinanzierà

Di Michele Guccione |

La Commissione europea farà da sponda all’Italia per la costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina. Il gruppo della Lega (Identità e democrazia) al Parlamento europeo, incontrando una delegazione di giornalisti siciliani, ha fatto il punto sullo stato avanzato delle trattative fra Italia e Ue su questa infrastruttura strategica.  Lo hanno fatto il capodelegazione, Marco Campomenosi, l’eurodeputato Antonio Maria Rinaldi (che è stato tra i papabili per la presidenza della Consob) e l’eurodeputata siciliana Annalisa Tardino, con l’ausilio dei funzionari addetti ai servizi competenti per queste materie. 

«Il ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Matteo Salvini – hanno annunciato – ha parlato con il suo omologo tedesco, Volker Wissing, e con la Commissaria Ue ai Trasporti, Adina-Ioana Vălean, fra l’altro, degli interventi necessari a collegare la Sicilia alla penisola italiana e, in particolare, i porti della zona Sud dell’Isola alla rete di trasporto. Questo per favorire l’approdo veloce delle navi commerciali in transito nel Mediterraneo e l’invio delle merci verso i mercati del Nord Europa tramite l’Alta velocità». 

«C’è un’intesa di massima – hanno sottolineato i deputati – per cofinanziare le grandi infrastrutture con fondi europei. Il Ponte fa parte del corridoio scandinavo-mediterraneo, la Commissione lo ha confermato e c’è l’assicurazione che fornir una sponda all’Italia». Si tratta adesso di passare ai fatti. E anche su questo ci sono novità: «I tecnici europei e italiani sono già al lavoro e stanno esplorando le varie possibilità di cofinanziare sia la progettazione che le opere vere e proprie.

Vi sono strumenti di finanziamento diretto europei che permettono il cofinanziamento del progetto fino al 60% della spesa e quello delle opere infrastrutturali al 30%».  «Ma – ha aggiunto la delegazione degli europarlamentari leghisti – sono anche disponibili strumenti di cofinanziamento indiretto fino al 60%, come i Pon nazionali e i Por regionali, i fondi Sie, “InvestiEU” con la partecipazione della Bei e dei privati, e anche spazi che possono aprirsi con la revisione del “Pnrr”. Sono forme, queste ultime, che non possono sommarsi ai finanziamenti diretti, ma che possono intervenire, se non totalmente per il Ponte, quanto meno per realizzare le opere di collegamento e di accesso viarie e ferroviarie all’infrastruttura principale».

Il Ponte, nella nuova strategia appena indicata dalla presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, è fondamentale per assicurare collegamenti più rapidi lungo le direttrici verso i mercati dell’Africa e del Vicino Oriente, e sarà anche funzionale, a servizio di queste due direttrici, per il loro innesto con il nuovo corridoio Ten-T che l’Ue intende aprire lungo la rotta Bari-Balcani. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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