TOKYO, 24 DIC – Il progetto di fusione Honda e Nissan “non può funzionare”. A dirlo è l’ex capo di Nissan, Carlos Ghosn, fuggito dal Giappone a fine 2019 e in attesa di essere processato con le accuse di illeciti finanziari, spiegando che il piano di integrazione tra le due case automobilistiche giapponesi “vede un potenziale limitato di sinergie tra le loro attività”. Nel corso di una conferenza stampa online in occasione del quinto anniversario della sua fuga in Libano, Ghosn – che ha guidato Nissan per quasi due decenni a partire dal 1999 – ha criticato la sua ex azienda attualmente in difficoltà, affermando che ha “perso di vista ciò che sta accadendo nel settore automotive” e accusandola di non avere una visione per risollevare il crollo delle vendite. Secondo l’ex tycoon, inoltre “non c’è complementarità tra i due costruttori, perché sono forti negli stessi settori e sono deboli negli stessi campi. Ci sono doppioni ovunque. Quindi, dal punto di vista industriale la fusione non ha senso”. L’accordo di integrazione tra il secondo e il terzo costruttore auto in Giappone, al quale potrebbe unirsi anche la Mitsubishi, creerebbe il terzo gruppo a livello mondiale con una produzione di 8 milioni di veicoli, dietro alla Toyota e alla Volkswagen.