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Gas, il prezzo sale ma stavolta la guerra non c’entra

Di Paolo Verdura |

L’arrivo dell’inverno spinge il gas al rialzo dai minimi, certificando che la variabile che muove il mercato oggi non è più la guerra ma il clima. Dopo essere sceso al Ttf di Amsterdam lo scorso lo scorso 29 novembre a 41,3 euro al MWh, tornando ai livelli del 27 gennaio del 2022, ovvero un mese prima dell’attacco russo all’Ucraina, il prezzo del metano per le consegne a gennaio è salito venerdì del 3,34% a 43,50 euro al MWh. Si tratta del primo rialzo della stagione, ancora al di sotto però della soglia dei 50 euro superata tra lo scorso 10 ottobre e l’11 novembre per effetto della guerra tra Israele e Hamas.

Per gli analisti dinamica normale

Per gli analisti si tratta di una normale reazione al peggioramento delle condizioni climatiche soprattutto nel Nord Europa, alle prese con gelo e neve. Neanche l’Italia viene risparmiata, con la colonnina di mercurio che si manterrà vicina allo zero nei valori più bassi tra domani e venerdì prossimo a Milano e sotto i 5 gradi per alcuni giorni a Roma. Secondo Luis Sanchez di Uniper, già E.on Trading, «i rischi geopolitici rimangono, ma il problema principale per il gas ora è il clima», che si annuncia più freddo nei prossimi giorni, ma sarà successivamente «ventoso e generalmente più mite».Non preoccupano le scorte di gas, ancora abbondanti per il periodo. In Italia sono scese 25 ottobre dal 98% del 25 ottobre al 94% a 185,17 TWh di ieri. Nello stesso periodo in Europa sono scese dal 98,63% al 95,34% e in Germania dal 98,84% al 96,33%.

Fonti diversificate

A favore dell’Italia gioca la diversificazione delle fonti, con la Russia ormai a zero. Degli 1,19 TWh in arrivo oggi oltre la metà proviene dall’Algeria attraverso il gasdotto Transmed a Mazara del Vallo (Trapani). Meno di un quarto dall’Azerbajian tramite il Tap a Melendugno (Lecce) e 0,05 TWh dalla Libia attraverso il Green Stream a Gela (Caltanissetta).Poi c’è il contributo dei rigassificatori, pari a 0,28 TWh, suddivisi tra Cavarzere (Rovigo), Piombino, Panigaglia (La Spezia) e il rigassificatore galleggiante di Livorno. Completano il quadro la produzione nazionale (0,07 TWh) e i prelievi dagli stoccaggi (0,72 TWh), suddivisi tra Stogit ed Edison. Così, degli 1,98TWh immessi in rete oggi, 1,66 sono per i consumi industriali, termoelettrici e degli utenti, con il lusso di poter esportare 0,32 TWh.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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