ROMA, 08 MAR – “Noi importiamo dalla Russia ogni
anno circa 29 miliardi di metri cubi di gas, poco più del 40%.
Questi vanno sostituiti. Abbiamo fatto un’operazione
estremamente anticipata e rapida ed entro la primavera inoltrata
circa 15-16 miliardi di metri cubi saranno rimpiazzati da altri
fornitori”. Lo afferma il ministro della Transizione ecologica,
Roberto Cingolani, ad Agorà extra su Rai 3. “Stiamo lavorando
con impianti nuovi, rigassificazione e contratti a lungo
termine, rinforzo delle nostre infrastrutture e ragionevolmente
in 24-30 mesi dovrebbero consentirci di essere completamente
indipendenti”, spiega il ministro.
Cingolani rassicura che “se, per qualche motivo, dovesse
cessare completamente la fornitura dalla Russia le nostre
riserve attuali e il piano di emergenza ci darebbero un tempo
sufficientemente lungo da arrivare alla stagione buona” e
“dovremmo fare dei sacrifici ma non fermeremmo le macchine”.
Quanto alle misure di emergenza è esclusa la riapertura delle
centrali a carbone chiuse “la spesa non varrebbe l’impresa” ma,
in caso di aggravamento, “si potrebbero mandare a pieno regime
le due centrali principali ancora in funzione: Brindisi e
Civitavecchia”, dice il ministro convinto che tutti possano
capire questa necessità “se stacchiamo la luce”.
Ci saranno poi nuove strutture per il gas naturale liquefatto
(gnl). “Già per metà di quest’anno istalleremo un primo
rigassificatore galleggiante”, anticipa Cingolani che parla
anche del piano di aumentare l’efficienza dei tre
rigassificatori attuali e costruire altre infrastrutture nei
prossimi 12-24 mesi.
“Dal punto di vista ambientale la quantità di gas è la stessa
che bruciamo oggi, può cambiare il metodo o l’infrastruttura ma
non ne bruceremo di più”, precisa Cingolani. Se la situazione
rimarrà questa, aggiunge “noi consumeremo lo stesso gas di oggi,
accelereremo le rinnovabili in tutte le forme e penso di poter
dire con un ampio margine di certezza che noi garantiremo
comunque il percorso di decarbonizzazione al 55%” entro il 2030.