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G7,cresce divario produttività tra nordamerica e altri Paesi

Confindustria e Deloitte: dal 18% del 20021 al 35% del 2023

Di Redazione |

ROMA, 21 OTT – Cresce all’interno del G7 il divario di produttività tra i Paesi nordamericani e gli altri membri, dal 18% nel 2001 al 35% nel 2023 (+17%). Un fattore, questo, che potrebbe indebolire la capacità dei ‘sette grandi’ di sostenere i Paesi meno sviluppati, in particolare quelli africani, inoltre ad aumentare la complessità per i G7 nel guidare un progresso globale sostenibile, è anche la crescita annua prevista dal 2023 al 2025, inferiore rispetto ai restanti paesi del G20 (2,2% contro 4,4%). Sono questi alcuni degli elementi principali che emergono dal B7 Flash, l’approfondimento di Confindustria e Deloitte elaborato in occasione della “G7-Industry Stakeholders Conference: Leaving no one behind: Industry for development”, organizzata a margine della ministeriale G7 sullo Sviluppo prevista a Pescara da domani al 24 ottobre, presieduto da Confindustria sotto la guida di Emma Marcegaglia. Deloitte Italia è il knowledge partner esclusivo del B7 Italy 2024 “Leading the transitions together”. “I Paesi G7 non stanno avanzando alla velocità che dovrebbero per realizzare l’Agenda 2030, mostrano progressi disomogenei nel raggiungimento degli SDGs (Sustainable Development Goals) con impatti anche al di fuori dei propri confini. Rendere il commercio e gli investimenti motori di una crescita sostenibile orientata agli SDGs nei Paesi meno sviluppati, in particolare in Africa, è un imperativo collettivo” sottolinea Barbara Cimmino, vice presidente per l’export e l’attrazione investimenti di Confindustria. Secondo Andrea Poggi, innovation leader per Deloitte Italia e capo delegazione B7 per Deloitte, “per invertire questi trend negativi e preservare la leadership nello sviluppo globale, i G7 devono focalizzarsi su iniziative strategiche che assicurino competitività e sicurezza economica tramite cooperazione, continuando quindi a sviluppare principi democratici ed etici di mercato”. “È quindi più che mai essenziale – prosegue – promuovere uno sviluppo sostenibile nelle economie in via di sviluppo a beneficio di tutta l’economia e la società globale, concentrandosi su tre priorità chiave: transizioni digitali e green, sicurezza alimentare e innovazione dei sistemi sanitari”.

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