Fondi europei e la corsa contro il tempo: per Termini spunta l’ipotesi dell’industria militare
Fitto a Palermo. «Spesa fondi in Ue ferma al 6,5%, l’Esecutivo propone ai 27 Stati di rimodulare le risorse a rischio
su nuove priorità». La Sicilia sceglierebbe casa, acqua, aree interne, energia, idrogeno, difesa “light” e cybersecurity
Di Michele Guccione |
Fondi europei, si riparte da zero. A breve la Regione siciliana concorderà con la Commissione europea e il governo nazionale una totale rimodulazione dei tanti fondi europei non ancora impegnati e oggi a rischio di restituzione. Lo schema fin qui discusso dal governatore Renato Schifani con gli assessori e i dirigenti generali competenti e condiviso da Roma e Bruxelles prevederebbe, secondo fonti bene informate, di prelevare cifre non molto significative da ciascuna delle 74 voci della programmazione 2021-2027 per destinare 100 milioni al social housing, e somme, non ancora quantificate, aggiuntive alle misure finora programmate per l’emergenza idrica, il dissesto idrogeologico, l’energia, più il recupero di almeno tre dei progetti presentati da privati per produrre idrogeno, e, come novità, spese per la difesa. Difesa intesa come scudo dalle moderne tecnologie informatiche di aggressione e non come acquisto di carri armati e munizioni. Il dettaglio al momento prevederebbe la produzione a Termini Imerese di autoveicoli militari (settore nel quale l’Italia è seconda dopo la Germania), il completamento della rete di connettività a banda ultralarga, lo sviluppo di sistemi di telecomunicazioni sicure tramite reti di satelliti ricorrendo a società presenti nell’Isola, lo sviluppo di sistemi di cybersicurezza, tecnologie basate sull’Intelligenza artificiale.