ROMA, 02 MAG – Fermare la deforestazione,
ripristinare i terreni degradati e utilizzare le foreste in modo
sostenibile sono i tre modi per liberarne il potenziale e
riprenderci dall’impatto di crisi come il Covid, i conflitti, la
crisi climatica e la perdita di biodiversità, secondo il
rapporto 2022 della Fao sullo stato delle foreste nel mondo.
L’arresto della deforestazione e il mantenimento delle foreste
da soli potrebbero evitare di emettere 3,6 miliardi di
tonnellate di anidride carbonica equivalente all’anno tra il
2020 e il 2050, circa il 14% di quanto è necessario fino al 2030
per mantenere il riscaldamento globale al di sotto di 1,5 °C.
“Il perseguimento equilibrato e simultaneo di questi percorsi
può aiutare ad affrontare le crisi che si trovano davanti le
persone e il pianeta, generando al tempo stesso benefici
economici sostenibili, specialmente per le comunità rurali”,
scrive il direttore generale della Fao Qu Dongyu nella
prefazione al rappor, che è stato presentato al World Forestry
Congress a Seoul.
Oltre allo stop alla deforestazione, la seconda strada
indicata è il ripristino di 1,5 miliardi di ettari di terreni
degradati e l’aumento della copertura arborea che potrebbe
aumentare la produttività agricola di un altro miliardo di
ettari. Tra il 2020 e il 2050, il ripristino di terreni
degradati attraverso l’imboschimento e il rimboschimento
potrebbe portare fuori dall’atmosfera fino a 1,5 miliardi di
tonnellate equivalenti di CO2 e all’anno, in modo simile a 325
milioni di autovetture a benzina fuori strada ogni anno.
Il terzo e ultimo percorso è l’utilizzo sostenibile delle
foreste e la costruzione di catene del valore ecologiche che
aiuterebbe a soddisfare la futura domanda di materiali – con un
consumo globale di tutte le risorse naturali che dovrebbe più
che raddoppiare da 92 miliardi di tonnellate nel 2017 a 190
miliardi di tonnellate nel 2060 – e sosterrebbe economie
sostenibili con maggiori opportunità di lavoro e mezzi di
sussistenza più sicuri.