«Siamo preoccupati per i livelli occupazionali e chiediamo ai vertici di Coop Alleanza 3.0 di ripensare, in questa fase così delicata di ripartenza, la scelta di disimpegno dalla città e dalla Sicilia». In queste parole del sindaco Orlando ci sono tutti i timori per la notizia che la Coop ha deciso di abbandonare la Sicilia cedendo la rete vendita dell'Isola.
Un progetto che va avanti da un oltre un anno e che aveva portato Coop Alleanza a sottoscrivere un accordo con i sindacati in cui si impegnava a trovare un interlocutore che potesse garantire affidabilità patrimoniale, piano industriale credibile, mantenimento dell’occupazione, mantenimento del marchio. Ora l'interlocutore pare essere stato trovato e la cooperativa emiliana ha deciso di procedere nella cessione condividendo una lettera d’intenti con il “Gruppo Radenza”, presentato come operatore locale forte ed autorevole, radicato sul territorio e in espansione.
Il fatturato attuale del Gruppo Radenza, che ha interessi diffusi nei supermercati con il logo Crai, si attesta attorno ai 450 milioni di euro con 40 milioni di patrimonio netto. Gli occupati diretti sono circa 800 distribuiti in 45 punti vendita. Il gruppo Radenza è controllato dalla News Fdm che ha la sede principale a Modica (Ragusa) ed è stato creato da Salvatore Radenza concessionario in esclusiva del marchio Crai con circa 50 punti vendita di proprietà a marchio Crai e circa 450 punti vendita affiliati. In pratica circa il 10,5% della quota di mercato siciliana secondo i dati Nielsen.
Già lo scorso anno il gruppo modicano era stato al centro di una importante acquisizione in Sicilia, ovvero quella di 14 punti vendita ex Simply (Auchan) che ha permesso di salvare circa 200 posti di lavoro.
Ora il Gruppo Radenza sarebbe interessato oltre che ai punti vendita Coop e Ipercoop anche a valorizzare il polo logistico localizzato in provincia di Catania in grado di far fronte a una rete più ampia. Infatti avrebbe sviluppato «un progetto Coop Sicilia atto a raggiungere sin dal primo anno un generale equilibrio economico e stabilire un trend di crescita progressivo nel triennio a seguire». Si tratterebbe di un rapporto di master franchising che manterrebbe invariato quindi il marchio dei punti vendita siciliani.
Su questo progetto Coppa Alleanza 3.0 ha deciso di avviare un confronto preventivo con le organizzazioni sindacali alla presenza dell’interlocutore individuato. L'appuntamento è per il prossimo 5 luglio 2021 a partire dalle ore 14.
«La cessione della rete in Sicilia coinvolge oltre mille occupati. Serve un piano industriale vero e un interlocutore credibile che si faccia carico dell’occupazione» ha detto Paolo Andreani, segretario generale aggiunto della UILTuCS Nazionale.
«Ci preoccupa molto che un’azienda come Coop Alleanza 3.0 possa lasciare Palermo. La speranza del sindacato e dei lavoratori è che una realtà come la Coop, che è stata baluardo di legalità e che ha garantito livelli occupazionali e qualità del lavoro, rimanga e non abbandoni la nostra terra. Chiediamo di conoscere il piano industriale, pronti a partecipare alla discussione assieme a delegate e delegati», hanno detto il segretario generale Cgil Palermo Mario Ridulfo e il segretario Filcams Cgil Palermo Giuseppe Aiello.
Attualmente a Palermo i due ipermercati Coop del Forum e della Torre e la rete dei supermercati di via del Fante, piazzetta Bagnasco, Sperlinga e Di Marzo impiegano circa 300 lavoratori. Nella provincia di Catania invece sono circa 400 i lavoratori dei supermercati “Coop Alleanza 3.0” fra l'Ipercoop del centro commerciale Katanè e quelli della Zagare e delle Ginestre. Altri ducento sono impiegati nei punti vendita sparsi nel resto dell'Isola.
La Filcams Cgil, negli incontri tenuti a livello nazionale, ha affermato che «l'operazione non è accolta positivamente all’interno della catena, dove prevale la volontà delle lavoratrici e dei lavoratori di rimanere in una gestione diretta di Coop».
Un'operazione che come detto preoccupa anche il sindaco di Palerma: «Siamo contrari alla fuga di Coop Alleanza 3.0 da Palermo – ha sottolineato Leoluca Orlando , perché la città rimarrebbe priva di una gestione diretta dei punti vendita Coop sul territorio e di una figura di grande rilievo e prestigio etico come quella di Coop».