Economia
Energia, nel 2027 il cavo Sicilia-Tunisia: ma prima l’accordo con le comunità locali
TUNISI – Cresce l’impegno di Terna in Tunisia, nell’ambito dell’importante progetto per la posa del cavo sottomarino da 200 km e 600 MW che, se tutti i tasselli andranno a posto, nel 2027 dalla Sicilia raggiungerà Cap Bon, nel Nord del Paese nordafricano. L’amministratore delegato dell’azienda, Luigi Ferraris, ha firmato insieme al presidente del gruppo locale Steg, Moncef Harrabi, un Memorandum of understanding con l’obiettivo di intensificare la cooperazione industriale in vista della realizzazione del cavo (denominato Elmed), di cui si cominciò a parlare già nel 2007 e per il quale nell’aprile di quest’anno è stato firmato il relativo accordo intergovernativo.
«E’ una grande occasione – ha detto Ferraris – perché il progetto entra in una fase operativa dopo anni di studio con una stretta collaborazione tra le due aziende: oggi suggelliamo l’inizio di un percorso operativo che riteniamo che possa vedere la luce entro il 2027. E’ un progetto di dimensioni importanti che rafforza e unisce due aziende e due paesi amici».
L’interconnessione consentirà all’Italia e alla Tunisia di scambiare elettricità, diversificare quindi gli approvvigionamenti e rafforzare l’affidabilità e la resilienza delle reti elettriche delle due sponde del Mediterraneo. Ma non solo. Come ha spiegato Ferraris questo cavo diventerà «un ponte importante verso la Libia e l’Algeria, che sono già connesse con la Tunisia».
L’infrastruttura consentirà all’elettricità di “viaggiare” in entrambe le direzioni, sia di export che di import: «E’ un’opera fondamentale – ha detto ancora Ferraris – perché il Nord Africa è dotato di risorse solari molto diffuse e già prevede di aumentare tra 3mila e 4mila MW la propria produzione di rinnovabili nel 2030».
Il piano d’azione per la realizzazione del progetto prevede, dopo gli studi di fattibilità finanziati anche dalla Banca mondiale con 12,5 milioni di dollari, la fase autorizzativa che dovrebbe concludersi entro il 2023 e il periodo di costruzione vera e propria che dovrebbe durare quattro anni.
A chi chiedeva se Terna temesse un’opposizione da parte della popolazione di Partanna, in provincia di Trapani, punto di approdo del futuro cavo elettrico che verrà posato tra Italia e Tunisia, Ferraris ha risposto: «Abbiamo firmato un protocollo d’intesa con la Regione Sicilia in cui ci sono una serie di opere. Quando andremo in progettazione incontreremo le comunità locali per concordare le migliori modalità di realizzazione».
La partnership bilaterale tra le due società che gestiscono rispettivamente la rete di trasmissione elettrica tunisina e italiana prevede, nello specifico, la condivisione delle reciproche esperienze tecniche e professionali e lo scambio di know how per la formazione di personale altamente specializzato per attività di pianificazione, realizzazione, collaudo e manutenzione di linee elettriche e cavi sottomarini in alta tensione, nonché lo sviluppo di soluzioni smart grid e di integrazione delle energie rinnovabili.
Positivo anche il commento dell’ambasciatore italiano in Tunisia, Lorenzo Fanara, presente alla firma: «La cooperazione tra Italia e Tunisia, se è eccellente, lo è anche per le relazioni energetiche che abbiamo con la Tunisia che risalgono nel tempo», ha detto. E allora, ha proseguito, «metaforicamente Elmed è l’espressione più simbolica ed evidente della linea di continuità delle eccellenti relazioni tra Italia e Tunisia. Questo cavo è stato voluto e sostenuto da tutti i governi italiani succedutisi negli anni, nella convinzione che l’Italia ha piena fiducia nella Tunisia e nella sua economia. Se siamo qui oggi dopo le elezioni in Tunisia è anche per ribadire questa nostra fiducia».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA