Energia, Malta autorizzata ad eseguire i lavori del secondo interconnettore per la Sicilia

Di Redazione / 10 Gennaio 2025

Malta può iniziare a posare un secondo interconnettore per la Sicilia dopo che l’Italia ha approvato il permesso di sviluppo finale. Lo ha annunciato Miriam Dalli, Ministro dell’Energia maltese. Il permesso, rilasciato dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica italiano, mantiene il progetto sulla buona strada per la messa in servizio finale nel 2026. Un cavo ad alta tensione lungo 122 chilometri collegherà Maghtab con Ragusa nella Sicilia meridionale e trasporterà un massimo di 225 MW di elettricità. Il progetto costerà 300 milioni di euro con fondi UE che coprono 165 milioni di euro nell’ambito del Fondo europeo di sviluppo regionale 2021-2027. Almeno 99 chilometri del cavo saranno posti sul fondale marino nel Canale Sicilia-Malta. Il cavo sottomarino sarà interrato in un fosso scavato nel fondale marino o, dove ciò non fosse possibile, protetto da rocce.

Questo è il secondo interconnettore tra Malta e Italia, il primo è stato messo in servizio nel 2015. Il ministro Dalli ha affermato che un secondo interconnettore darà a Malta una maggiore sicurezza di approvvigionamento e consentirà a Malta di esportare qualsiasi elettricità aggiuntiva generata da progetti di energia rinnovabile su larga scala. Il ministro ha ringraziato il suo omologo italiano Gilberto Pichetto Fratin per la stretta collaborazione.

Interconnect Malta, una società governativa maltese incaricata del progetto, ha già ottenuto il permesso di sviluppo maltese. La società ha anche lavorato alle procedure di gara per i vari contratti di ingegneria, approvvigionamento e costruzione. “Dopo l’inizio dei lavori civili a Malta, con la costruzione di tombini a Maghtab già in corso, questo risultato favorevole ci consentirà anche di avviare i lavori sul tratto di 21 km tra Marina di Ragusa e Ragusa in Italia e, a tempo debito, sul canale tra i due paesi”, ha affermato l’ingegnere Joseph Vassallo.

Condividi
Pubblicato da:
Alfredo Zermo