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L'ULTIMA BEFFA

Energia elettrica, arriva l’ammazza-Sicilia: nel mercato di salvaguardia a gennaio sovraccosto del 1000%

Oltre al Pun altri 202 euro a MWh (in Lombardia 16 euro). Stangata per 13mila clienti, fra cui 200 Comuni. Gli esperti: «Record mondiale delle bollette»

Di Mario Barresi |

Ma sì, chiamiamolo “Ammazza-Sicilia”. Se l’ennesima beffa per l’Isola si racconta con la voce narrante di una vittima sacrificale, la sfumatura di grottesco (col suo retrogusto tragicomico) assume i toni netti di un disastro.

«Avevamo creato, a Belpasso, uno stabilimento per esportare nel mondo la nostra pasta ripiena realizzata con ingredienti siciliani accuratamente selezionati. Ma a fine gennaio, a meno di colpi di scena chiuderemo. Perché dall’inizio del prossimo anno per noi il costo dell’energia aumenterà del mille per cento. Chi non è già morto, morirà adesso…». Giuseppe Chillemi non è uno delle migliaia di imprenditori messi in ginocchio dal caro-bollette che coinvolge tutto il Paese, da Bolzano a Portopalo. Il titolare del pastificio etneo “Raviol d’Oro” è in una sottocategoria ancora più sfortunata: quella delle istituzioni (oltre 200 Comuni, più aziende municipalizzate ed enti pubblici vari) e delle imprese (con più di 50 dipendenti e un fatturato annuo superiore a 10 milioni) che vengono alimentate, per le ovvie necessità di energia, dalla rete in media tensione.

E dire che la radice del problema ha il nome che sa di beffa: “mercato di Salvaguardia”. Un limbo, a dire il vero molto esteso, in cui convive questa categoria di grandi consumatori di energia. Dentro il quale finiscono tutti i clienti pubblici e privati che non riescono a onorare gli impegni economici con il fornitore energetico nel cosiddetto mercato libero. E così, in questo regime, c’è un’Authority – il cosiddetto Acquirente Unico – che mette a gara il servizio biennale di salvaguardia in ogni singola regione d’Italia. I gestori che si aggiudicano l’appalto hanno diritto a una tariffa che, oltre al Pun (Prezzo unico nazionale), ieri fissato in Borsa a 382,67 euro a MWh, un sovraccosto che varia da regione a regione. Si chiama “parametro Omega” e serve a tutelare gli operatori del mercato dal rischio di fornire l’energia a potenziali cattivi pagatori. Ovviamente l’oscillazione di questa variabile, diversa da regione a regione, dipende dalla stima sull’affidabilità dei clienti pubblici e privati. Il risultato della gara dello scorso 25 novembre è un’Italia a macchia di leopardo.

E in Sicilia, secondo gli esperti di BenchSmart-Controllabolletta, «si registra il nuovo record mondiale di maggiorazione sulla fornitura di energia elettrica». Perché Enel Energia, che s’è aggiudicata il servizio nell’Isola (oltre che in altre quattro regioni) ha fissato un “parametro Omega” pari a 202,41 euro a MWh per il 2023/24. Nello scorso biennio il sovraccosto era di 17,80 euro: è aumentato del 1.037,1%. Ciò significa che enti pubblici e aziende che in Sicilia stanno dentro il mercato di salvaguardia pagheranno in bolletta 562,4 euro a MWh, Per capire il livello del disastro basta fare un paragone con la Lombardia. Dove, grazie a un rating migliore di aziende ed enti, l’azienda che s’è aggiudicata il servizio – la A2A – pratica un “parametro Omega” di appena 15,90 euro, a fronte di una media nazionale salita a 113,11. A conti fatti, un sindaco o un imprenditore lombardo – a parità di regime di mercato, di servizio ricevuto e di Pun – pagheranno nei prossimi due anni 375,9 euro a MWh. Quasi 200 in meno che in Sicilia.

E da qui si capisce la disperazione di Chillemi. Che ricorda un precedente: «Sette anni fa, senza aspettarcelo, ci arrivano cifre assurde e nonostante avessimo rateizzato tutto, 12 giorni prima della rata iniziale, vennero a staccare la luce senza citofonare. Era un giorno sereno, di normale produzione. All'abbassamento della leva di comando del modulo elettrico, la fabbrica generò un'onda di corrente di ritorno – racconta l’imprenditore etneo – e ci fu una esplosione che ne danneggiò le parti interne. Siamo stati un mese fermi con danni enormi e nessun risarcimento». Adesso lo scenario è ancora peggiore. E, secondo Chillemi, in Sicilia «I Pod interessati a questa procedura sono circa 13.000».

Ma la questione non riguarda soltanto le imprese. «Con un parametro Omega a 200 euro a MWh, una Pubblica amministrazione siciliana in Salvaguardia per l’intero biennio 2023-24 – stimano gli esperti – avrà un costo per l’energia elettrica stabilmente superiore a 500 euro a MWh. La bolletta record ricevuta a settembre 2022 per i consumi maturati nel pazzo mese di agosto 2022 sarà la regola, e dal 1° gennaio le amministrazioni siciliane in salvaguardia osserveranno un aumento del 50% sul totale imponibile. Per i Comuni che gestiscono la pubblica illuminazione, con picchi di consumo a gennaio, la bolletta di febbraio farà temere un imminente stato di dissesto».

Ma in Sicilia se n’è accorto qualcuno? Il primo a lanciare l’allarme è Fabio Mancuso, sindaco di Adrano e presidente dell’Ambito territoriale idrico etneo. «Ci sarà un aumento insostenibile dei costi energetici di svariati milioni di euro a scapito dei comuni dell’Ati, gran parte dei quali si trovano in salvaguardia, e per le società che gestiscono il servizio idrico integrato per il 2023-24. Un aumento del 50% sul totale imponibile diventa una mannaia».

Mancuso, nella duplice veste, invoca «un intervento immediato delle authority e del governo regionale e nazionale per scongiurare le inevitabili conseguenze drammatiche». Che sono chiare: il servizio idrico nel Catanese «rischia di essere messo in discussione a causa dello stato di sofferenza dei bilanci degli enti e delle società».

Il problema ha un moltiplicatore pari al 55% dei Comuni siciliani che sono nel mercato di salvaguardia, oltre a decine di aziende partecipate ed enti pubblici. E la politica siciliana? Nessuno sembra al corrente dell’“Ammazza-Sicilia”. Gli unici a battere un colpo sono i deputati regionali Autonomisti e Popolari. Con una mozione firmata da Giuseppe Lombardo, Giuseppe Castiglione e Giuseppe Carta, il gruppo «chiede al Governo regionale di impegnarsi a sollecitare un’immediata verifica da parte dell’Authority, sulla congruità dei descritti rincari e ad intervenire, in generale, con misure adeguate a sostegno della copertura dei costi dell’energia sempre più elevati».

Ma gennaio è dietro l’angolo. E l’ecatombe è vicina.

Twitter: @MarioBarresi 

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