Economia
È pioggia di disdette in Sicilia, il coronavirus mette ko il turismo
ROMA – Il panico da coronavirus sta causando una crisi senza precedenti per il turismo italiano e quindi anche siciliano. In meno di una settimana dall’esplosione dell’allarme, alberghi, b&b, agriturismo e agenzie di viaggio hanno già visto andare in fumo 200 milioni di euro di prenotazioni per il mese di marzo secondo i calcoli di Assoturismo Confesercenti che avverte: «Bisogna urgentemente lavorare per arrivare ad una normalizzazione: se continua così, il settore – che vale il 13% circa del Pil italiano – rischia di affondare».
La cifra riguarda solo i valori di viaggi e sistemazioni cancellati, e non include la mancata spesa turistica dei viaggiatori, che avrà pesanti ricadute anche su guide e trasporti turistici, oltre che bar, ristoranti e attività commerciali in tutta Italia. Ad essere investite dalle disdette, infatti, non sono solo le attività ricettive delle regioni interessate dai focolai: a Roma si registrano picchi di cancellazioni del 90% delle prenotazioni, dell’80% in Sicilia.
«In Sicilia abbiamo una infinità di cancellazioni delle prenotazioni per la paura del coronavirus. Il danno che sta subendo il comparto del turismo è enorme» ha detto Nico Torrisi, presidente Federalberghi Sicilia. «Noi stiamo scontando più di altri settori il panico che si è scatenato», ha spiegato.
«Noi albergatori stiamo attentissimi – ha aggiuto – stiamo seguendo tutte le profilassi necessarie, oltre a tutto quello che il buon senso ci suggerisce». «Ci auguriamo che il fenomeno passi velocemente e che in Sicilia non ci siano focolai – ha concluso – ci auguriamo che anche il clima caldo aiuti a debellare questo virus».
«Gli altri anni, in questo periodo, fioccavano le prenotazioni soprattutto degli stranieri, adesso invece oltre alle disdette nessuno sta ancora prenotando». E’ invece l’allarme lanciato di Coldiretti Sicilia che traccia la situazione degli agriturismi Terranostra dell’Isola, meta preferita in primavera soprattutto dagli stranieri che «invece ad oggi latitano a causa degli allarmi sul coronavirus».
Il numero crescente di disdette di prenotazioni che in queste ore stanno denunciando moltissimi operatori turistici, soprattutto sul turismo scolastico, significa il collasso della stagione turistica della nostra Regione con un colpo da ko per uno dei pochi settori economici finora esenti dalla crisi.
«Cinque giorni di virus a Palermo già sembrano un anno – ha commentato Salvio Capasso, responsabile servizio Imprese & Territorio del Centro studi e ricerche sul Mezzogiorno di Napoli, collegato a Intesa Sanpaolo – fra paura, eventi annullati e voli diretti dalla Cina bloccati, in Sicilia Federalberghi e Cia denunciano disdette delle prenotazioni in percentuali che variano dal 40 all’80%. In un settore quale quello del turismo mondiale, che si è praticamente fermato a causa della paura di contagi, i turisti stranieri che vivono più lontano da noi non distinguono Nord e Sud, Lombardia e Sicilia. Conoscono l’Italia e le notizie che gli arrivano parlano di Italia, non di Sicilia con solo tre-quattro casi. Di conseguenza, disdicono anche un viaggio in Sicilia malgrado non vi siano reali pericoli. L’allarme è generalizzato e Sicilia e Campania, che nel Paese contano una significativa quota di turismo straniero, rischiano di pagare il prezzo più alto. Speriamo che il picco si esaurisca prima dell’estate, altrimenti sarebbe una catastrofe per il settore».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA