IL CASO
Diventa virale sui social lo scontrino di Siracusa con lo spaghettino all’astice a 126 euro. La Cnn: «In Italia vergognose fregature per i turisti»
E' diventata quasi una moda pubblicare i conti folli su internet. Ma i ristoratori non ci stanno: «Gogna ingiusta»
Nell’estate del caro vacanze è diventata quasi una moda pubblicare sui social gli “scontrini pazzi” per mettere alla gogna ristoratori e gestori di bar che praticano prezzi esorbitanti. Così ha fatto il giro del web lo scontrino in cui sono stati conteggiati due euro per tagliare a metà un panino al prosciutto sul Lago di Como, o quello in cui sono stati addebitati sempre 2 euro per scaldare un biberon nel microonde a Ostia. Ma nelle ultime 48 ore è diventato virale sui social lo scontrino presentato da un un ristorante nel centro di Siracusa dove un gruppo di cinque clienti ha cenato a base di pesce e ha dovuto sborsare la cifra di 476 euro. Ciò che ha destato scalpore è il costo piuttosto elevato di uno spaghettino all’astice, che i commensali hanno pagato ben 126 euro.
Sui social si è acceso il dibattito tra chi sostiene che comunque il prezzo dell’astice al chilo può giustificare quella cifra e chi invece pensa che sia eccessivo Altri internauti dicono che la responsabilità non è del ristoratore, ma dei clienti che si siedono al tavolo senza aver consultato i prezzi del menu. E per alcuni si tratta di una vera e propria “rapina”.
«Prezzi scandalosi»
Fatto sta che tutto questo battage non fa certo onore al nostro turismo, tanto che oggi la Cnn parla di «vergognose fregature ai turisti in Italia» dove, prosegue l’emittente, «l’estate del 2023 diventerà una delle più costose della storia» italiana, sia per gli stranieri, sia per gli italiani. Una serie di «scandali dei prezzi in bar e ristoranti», aggiunge la Cnn, che cita ancora i due euro extra per un piatto vuoto vicino a Portofino o i 60 centesimi aggiunti al prezzo di un cappuccino per del cacao in polvere. «Scontrini pazzi», scrive la Cnn citando l’Associazione dei consumatori che riferisce di un aumento del 130 per cento dei prezzi in alcune zone turistiche italiane.
L’emittente parla inoltre di un aumento dei prezzi del 240 per cento in più rispetto ad altre destinazioni del Mediterraneo, tanto che molti italiani stanno optando per paesi come l’Albania e il Montenegro, che «non offrono esattamente lo stesso fascino o la cucina italiana, ma sono abbordabili». La Cnn cita anche le vacanze della premier Giorgia Meloni in Albania e la fuga degli italiani da un ristorante senza pagare.
«I peggiori delinquenti»
«I peggiori delinquenti» però secondo la Cnn, sono i titolari degli stabilimenti balneari che noleggiano lettini e ombrelloni. Viene citato l’esempio della Puglia, dove in settimana si spendono in media 50 euro per il noleggio di due lettini e un ombrellone per un giorno. Cifra che, nel weekend, è quasi raddoppiata. Ma in zone esclusive come Portofino, prosegue l’emittente, un lettino o una sdraio in prima fila in spiaggia ha un costo minimo di circa 150 euro al giorno durante la settimana.
Prezzi pazzi anche a Roma. Due turisti americani contattati dalla Cnn, Betsy e James Cramer, si sono detti imbarazzati dall’ammettere quanto hanno pagato per due Aperol Spritz in un bar di Piazza Navona. «Abbiamo pagato più del dovuto per il gelato, per gli spritz e per il nostro hotel, ma lo sapevamo», ha detto Betsy alla Cnn. «Avevamo programmato questo viaggio in Italia prima del Covid e lo abbiamo sognato anche se abbiamo letto i titoli sui prezzi costosi», ha aggiunto.
Rincari anche per i ristoratori
I ristoratori dal canto loro si difendono citando tutti gli aumenti che hanno dovuto subire loro. «Farina +200% rispetto al 2022, mozzarella +60% in un anno, affitto locale +30% in dieci anni e la lista è lunga e potrebbe continuare», ha spiegato qualche giorno da una nota di Tni Ristoratori Italia. «Non si parla di questo, ma di uno scontrino di 2 euro per un piatto condiviso. Guarda caso questi polveroni vengono sollevati proprio nel momento in cui si deve far dimenticare il grosso dramma di: inflazione, mutui alle stelle, speculazioni e aiuto forzato alle povere banche. Basta mettere in croce e colpire l’intera categoria di ristoratori per due o tre scontrini. Sono casi isolati e comunque ogni ristorante – ha spiegato Raffaele Madeo, presidente di Tni Ristoratori Italia – ha tutti i prezzi ben visibili sui menù».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA