PALERMO – In Sicilia sono ancora vietate le consegne a domicilio di domenica e neii festivi. Ma si spera in una deroga per il 25 aprile. E il fatto che il comitato scientifico della Regione per la fase 2 stia già studiando le prime misure di alleggerimento, fa pensare che possa essere proprio questa uno dei primi provvedimenti.
Confesercenti Sicilia ha già inviato una richiesta ufficiale al presidente della Regione Nello Musumeci. «Considerato che il 25 aprile, Festa della Liberazione, è un sabato – ha spiegato il presidente Vittorio Messina – i servizi di consegna a domicilio non potranno essere effettuati per due giorni consecutivi. Quello che chiediamo è di venire incontro allo sforzo di tantissime aziende che hanno cercato faticosamente e investendo risorse, di ricostruire delle microeconomie, attivando proprio i servizi di consegna a domicilio». L’appello è stato inviato per conoscenza anche ai gruppi parlamentari all’Ars «perchè possano farsi interpreti a loro volta della richiesta nata dalla sollecitazione di tanti piccoli esercenti».
D’altronde secondo un report di Glovo – colosso delle consegne a domicilio – il delivery ai tempi del Coronavirus non è più la soluzione per chi non ha tempo o voglia di cucinare, diventa «essenziale e carico di affetto». Il Delivery Report di Glovo (la piattaforma che in Italia copre oltre 100 città ed è presente in oltre 22 paesi nel mondo) analizza gli ordini di febbraio e marzo 2020 e mostra una crescita del 300% della spesa rispetto al periodo ante Covid-19 con un paniere che ai primi posti contiene lievito (+3mila%), farina (+2mila%), zucchero (+mille%), banane (+mille%), latte (+500%) e uova (+150%).
«Non solo, quello che osserviamo è l’utilizzo dell’app per far sentire le persone più vicine – spiega Elisa Pagliarani, General Manager Glovo Italia – con consegne di piatti e dolci fatti in casa che viaggiano da un angolo all’altro della città, ma anche semplicemente degli ingredienti per cucinare insieme, oppure oggetti che si portano dietro messaggi carichi di empatia». Il servizio “spedizione” ha registrato un aumento del 900% a marzo su febbraio.
È così che una signora di Bari manda i panzerotti al nipote; una studentessa di Roma prepara il tiramisù e lo manda agli amici per festeggiare insieme il compleanno; la coppia di fidanzati si scambia l’occorrente per una cena romantica a distanza. E poi ancora: c’è chi ha spedito alla nonna una rivista di enigmistica e c’è chi invece si scambia attraverso il corriere libri di favole per i bambini, ma anche di meditazione e yoga.
Glovo la definisce «la riscossa dei piccoli esercenti»: a marzo sono aumentati del 46% i partner che hanno aderito alla piattaforma con una forte predominanza di piccoli ristoranti che prima non utilizzavano il servizio.
Ogni città poi ha le sue preferenze, a Milano hamburger e pizza restano i preferiti anche durante l’emergenza ma la spesa occupa il primo posto tra gli ordini con un incremento del 230% (marzo su febbraio). Le richieste di farmaci crescono del 110% rispetto ai livelli pre-emergenza. Situazione simile anche a Torino con la spesa cresciuta invece del 360% e i farmaci del 240%; a Genova durante l’emergenza la pizza, che era stata superata dalla moda del poke (la ciotola hawaiana), torna al primo posto, la spesa cresce del 900% mentre i farmaci crescono del 160%; a Bologna l’hamburger occupa il primo posto, con la spesa che cresce del 340%, mentre i farmaci crescono del 90%. A Roma gli ordini di spesa crescono del 240%, scalzando dal terzo posto del podio la cucina italiana. E se prima dell’emergenza si richiedevano prosciutto e zucchine romanesche, ora si prediligono lievito, farina 00 e uova. Bari e Palermo si distinguono invece per la voglia di dolci, anche nella spesa online con crema al cioccolato spalmabile, burro e farina 00 tra i prodotti più richiesti.