La firma del protocollo d’intesa per istituire l’area di crisi industriale complessa del Polo Petrolchimico di Siracusa, prevista per martedì 18 maggio alle 12 presso la sede della Camera di Commercio sud-est Sicilia di Siracusa (via degli Abruzzi, 4), è confermata. Sarà presente l’assessore regionale alle Attività produttive Mimmo Turano, delegato dal Presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci.
Assessore Turano, dopo i poli industriali di Gela e Termini Imerese adesso si prospetta l’area di crisi per il petrolchimico di Siracusa. La Sicilia sta per perdere l’ultimo “gioiello di famiglia”?
«So che la parola “crisi” non evoca cose piacevoli ma l’intervento che vogliamo mettere in campo per il Petrolchimico di Siracusa ha come obiettivo quello di evitarne una crisi vera e irreversibile. Possiamo dire che questa volta la Regione si è mossa per tempo con l’obiettivo di tutelare una realtà importantissima per l’economia siciliana e nazionale che fornisce lavoro a quasi ottomila persone fra diretto, indotto e servizi».
Non avremo allora un’Ilva siciliana? Il rischio, a Siracusa, adesso sembra proprio questo…
«Non ci sarà nessuna Ilva siciliana, anzi forse avremo un nuovo o modello virtuoso per affrontare le crisi industriali dove Istituzioni, imprese e sindacati si muovono insieme per risolvere problemi di portata globale. Però è necessario che tutti abbiano chiaro il tipo di sfida che stiamo affrontando: nel mondo nell’ultimo anno hanno chiuso tredici raffinerie, c’è stato un crollo dei consumi del petrolio e in più Bruxelles ha fissato l’obiettivo della decarbonizzazione per il 2030».
Il protocollo che firmerete a Siracusa è l’ennesimo pannicello caldo o potrà diventare il simbolo di questo nuovo metodo?
«La seconda che ha detto, esattamente. Perché è il frutto di un lavoro di confronto durato mesi con i comuni dell’area del petrolchimico, le imprese del polo industriale, i sindacati e le associazioni datoriali e la preziosa collaborazione del prefetto di Siracusa, Scaduto. Un confronto che non è stato semplice ma in cui ho visto da parte di tutti grande amore per questa terra».
Quali saranno adesso i prossimi passi?
«Di fatto siamo appena partiti, adesso dovremo costruire insieme ai sindacati e alle associazioni datoriali la proposta dal presentare al ministero dello Sviluppo economico che avrà il compito di dichiarare formalmente l’area di crisi complessa che è la condizione necessaria per attivare tutte le possibili misure di sostegno economico e finanziario, attingendo a risorse finanziarie comunitarie, nazionali e regionali e individuando agevolazioni, incentivi e strumenti finanziari utili alla realizzazione della riconversione industriale. Mi auguro che si viaggi alla stessa velocità che abbiamo finora tenuto».