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Confcommercio lancia l’allarme sul rialzo dei prezzi: «A rischio 5,3 mld di consumi»

Si temono ripercussioni sugli acquisti di Natale ma la Bce rassicura su una "fiammata" temporanea

Di Enrica Piovan |

L’inflazione fa sempre più paura. Un’eventuale fiammata dei prezzi a fine anno porterebbe ad una forte riduzione dei consumi, con ripercussioni sugli acquisti di Natale e anche sulla crescita del prossimo anno. A lanciare l'allarme è Confcommercio, che stima fino a 5,3 miliardi di euro di consumi che rischiano di andare in fumo. A guardare con apprensione alla corsa dei prezzi sono anche i mercati, ma la Bce torna a rassicurare: è una fiammata «temporanea», ben lontana dalla situazione degli anni Settanta e Ottanta. E’ da mesi che i prezzi hanno ripreso a galoppare e il tasso è arrivato a ottobre a toccare il +2,9%. Ora si teme che anche negli ultimi mesi dell’anno la fiammata prosegua. Nell’ipotesi di un aumento medio dei prezzi del 3% si perderebbero circa 2,7 miliardi di euro di consumi che potrebbero arrivare fino a 5,3 miliardi nell’ipotesi – non tanto irrealistica – di un’inflazione al 4%, stima l’Ufficio Studi Confcommercio. In entrambi i casi, spiega l’associazione, quasi i tre quarti della perdita deriverebbero da un’immediata riduzione del potere d’acquisto del reddito disponibile, il resto dall’erosione della ricchezza finanziaria detenuta in forma liquida. E su questa riduzione dei consumi pesa, peraltro, anche l'aumento delle spese obbligate per il rincaro dei prezzi dell’energia che si è già trasferito sulle bollette di luce e gas.   Il problema è che la riduzione dei consumi porta con sè «il il rischio di rallentare la crescita del Paese», avverte il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli, che chiede quindi di "utilizzare presto e bene le risorse del Pnrr e iniziare a ridurre finalmente la pressione fiscale su famiglie e imprese, a partire dal costo del lavoro». Anche le associazioni dei consumatori si appellano al Governo. «Chiediamo di intervenire adottando come prima misura la riduzione delle tasse sui carburanti, tagliando Iva e accise su benzina e gasolio», dice il Codacons, che vede il rischio concreto di un «Natale in bianco» con una minore spesa pari a 204 euro a famiglia. Serve un intervento subito sui beni energetici, luce gas e benzina, senza i quali l’inflazione annua di ottobre scenderebbe dal 2,9 all’1,1%, osserva l’Unione nazionale consumatori, aggiungendo che riducendo di almeno 20 cent le accise sui carburanti, si riporterebbero i prezzi «a livelli ragionevoli, quelli di marzo 2021». 

In Europa, intanto, c'è chi, come la Francia, corre ai ripari. Dobbiamo agire per «proteggere i consumatori», dice il ministro dell’economia Bruno Le Maire, che arriva all’Eurogruppo e all’Ecofin di oggi e domani con la proposta di «uno stabilizzatore automatico dei prezzi dell’elettricità». Ma la Bce continua a difendere la propria linea dell’inflazione transitoria. La fiammata che tanto preoccupa i mercati è "inusuale e temporanea» e dunque ben diversa dai rialzi "cronici» degli anni '70 e '80, spiega il capo economista Philip Lane. L’Italia intanto si prepara ad incassare gli effetti positivi del bonus terme, lo sconto fino a 200 euro che i cittadini possono richiedere. L’incentivo, calcola un’indagine di Cna Turismo e Commercio, genererà un giro d’affari superiore ai 200 milioni di euro generato da 260 mila turisti e dai loro 500 mila pernottamenti.   COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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