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Cgil, reddito sotto i 15 mila € l’anno per 50% delle famiglie catanesi

Di Redazione |

CATANIA – La metà delle famiglie catanesi vive con un reddito inferiore ai 15.000 euro l’anno, i disoccupati dai 15 anni in poi sono il 41,6% della popolazione, il 40% dei giovani tra i 15 e i 29 anni non studia, non è in formazione e non lavora, il 18% dei catanesi vive in famiglie senza reddito poiché nessuno lavora o percepisce una pensione. Sono i dati sulla povertà a Catania, diffusi all’arrivo del Rei (Reddito di inclusione), il nuovo strumento di contrasto alla povertà finalizzato all’inclusione sociale. E di «Disagio sociale e povertà, una realtà drammatica per il nostro territorio» si è discusso in un convegno promosso dalla Cgil, dallo Spi Cgil, dall’Auser e dalla Caritas Diocesana.

«Per fronteggiare la povertà, emergenza nazionale e locale, va chiesto al governo nazionale di aumentare il finanziamento sul Reddito d’inclusione – ha detto il segretario generale nazionale dello Spi-Cgil, Ivan Pedretti – e è qui che vanno messe le risorse per rispondere al disagio delle persone che stanno male, non sulla flat tax che riguarda i ricchi. E poi bisogna ricostruire il sistema sanitario universale, mediante altri stanziamenti economici». Pedretti ha poi parlato della necessità di «dare un concreto aiuto a chi resta senza lavoro, evitando che la gente si riduca in povertà, contribuendo così anche alla crescita economica».

«Non è possibile che il cittadino che perde il lavoro – ha aggiunto sindacalista – si senta in colpa. Che si aiuti ad uscire da questa condizione non dettata da lui, perché il rischio è quello dell’emarginazione e della solitudine e i problemi potrebbero addirittura aumentare. Oggi – ha sottolineato il segretario nazionale Spi-Cgil – c’è bisogno di un Paese solidale e non di un Paese arrabbiato che vede i cittadini l’uno contro l’altro». Pedretti ha anche parlato del welfare del futuro che «deve guardare alle condizioni di cambiamento sociale, con la costruzione delle tutele dei lavoratori più adeguate alle condizioni di lavoro. E per una società come la nostra che invecchia – ha concluso – bisogna ricostruire un sistema di welfare che risponda ai bisogni e alle cronicità che le persone anziane hanno».  COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA