ROMA, 23 APR – La fiammata dell’inflazione
registrata negli ultimi mesi e il conflitto scoppiato in Ucraina
hanno avuto effetti diretti sui tassi di interesse applicati sui
mutui, rendendo più costoso per le famiglie chiedere oggi un
finanziamento per l’acquisto di un immobile. Lo afferma il
Codacons, che ha messo a confronto i tassi praticati dalle
banche nel periodo pre-conflitto e quelli in vigore oggi.
A risentire delle preoccupazioni del mercato sono in
particolare i tassi fissi – analizza il Codacons – Mentre
l’Euribor, l’indice di riferimento dei mutui a tasso variabile,
si è mantenuto sostanzialmente stabile negli ultimi 4 mesi
(l’Euribor a 1 mese è fissato oggi a -0,54%, contro il -0,58%
del 3 gennaio scorso), l’Eurirs, detto anche Irs, indice di
riferimento dei mutui a tasso fisso, ha subito una vera e
propria impennata passando ad esempio per i mutui a 20 anni
dallo 0,60% di inizio gennaio agli attuali 1,69%.
Chi accende oggi un mutuo a tasso fisso per l’acquisto della
prima casa si ritrova così tassi finali più elevati in media del
+0,50% rispetto a chi ha avviato un finanziamento a gennaio: una
differenza che, tradotta in soldoni, sfiora i +9.000 euro
complessivi di spesa finale sul mutuo.