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Caro prezzi, meno carne e pesce nel carrello: cambia la spesa degli italiani

A preoccupare lo spostarsi dell'inflazione sui beni di prima necessità, il cui costo supera l'indice generale dei prezzi al consumo

Di Redazione |

Mentre si brinda al Pil che accelera, nei supermercati è corsa per accaparrarsi l'ultima offerta e, secondo le stime, sempre più italiani rinunciano al pesce e alla carne. Si tratta delle due facce dell’inflazione.

Le stime Istat di luglio hanno riservato una brutta sorpresa: i prezzi "carrello della spesa" hanno sfondato il 9% (+9,1%), un livello che non si vedeva dal 1984, ma allora le famiglie italiane potevano contare sulla "scala mobile" (il meccanismo di adeguamento automatico degli stipendi all’inflazione soppresso nel 1992 dal Governo Amato). 

Oggi la situazione è molto diversa, e si comincia a tagliare quei cibi diventati ormai per privilegiati, mentre le organizzazioni dei consumatori e delle imprese implorano il Governo di destinare parte dei 14,3 miliardi dello scostamento di bilancio all’aumento degli stipendi più bassi e di adottare misure come il taglio dell’Iva, per raffreddare i prezzi dei beni necessari, elettricità ed energia comprese. 

A preoccupare consumatori e imprese lo spostarsi dell'inflazione sui beni di prima necessità, il cui costo supera ormai sistematicamente l'indice generale dei prezzi al consumo (+9,1% il primo, +7,9% il secondo). Situazione aggravata dal picco dei beni alimentari, che ha toccato +9,6%, e carne e pesce aumentati del 16%.

"Una catastrofe", "un massacro", sono i commenti che vengono da Unione dei Consumatori e Codacons. Ma anche le imprese, Confesercenti e Federdistribuzione, vedono i consumi ridursi e temono per i margini delle vendite. Confesercenti stima una riduzione dei consumi nell’ordine dei 3 miliardi. Secondo Federdistribuzione, i supermercati fino a poco tempo fa erano riusciti a non scaricare sui consumatori tra i 2 e i 3 punti d’inflazione, ma dopo mesi di una situazione ormai non più temporanea "l'aumento dei prezzi si sta gradualmente scaricando sul carrello della spesa". 

Intanto le organizzazioni dei consumatori cercano di stimare i guadagni e le spese degli italiani, sperando che l'accordo Kiev-Mosca sul grano mantenga il prezzo di pasta e pane. Secondo le stime, per una coppia con due figli, la stangata complessiva è di 2.630 euro su base annua, di questi ben 769 solo per la spesa obbligata dei prodotti alimentari e bevande, schizzati a +10%. Per Federconsumatori, l’aggravio annuo è di 2.354 Euro annui, di cui 509,60 euro solo nel settore alimentare.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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