LA SPEZIA, 07 MAR – Pescherecci fermi in Liguria per
protestare contro il caro gasolio che ha raggiunto il prezzo di
un euro al litro. Ma l’adesione alla protesta non è stata
univoca, a causa di una comunicazione che non è stata capillare.
Questa mattina al distributore nel porto di Sestri Levante,
dove c’è una delle marinerie più importanti della regione, il
prezzo del carburante aveva raggiunto 0,967 euro, contro lo 0,40
dello scorso anno a marzo. A Sestri e a Lavagna, alcuni
pescherecci sono comunque usciti. “Con il gasolio a un euro al
litro la pesca professionale è finita”, dice Augusto Comes della
Federcoopesca. “La pesca al pari dell’agricoltura ha resistito
in questi anni – spiega Comes- proprio per il prezzo calmierato
del gasolio. Ora la situazione è drammatica soprattutto per la
pesca a strascico che richiede motori sotto sforzo per un minimo
di 10/12 ore al giorno con consumi che con il prezzo odierno
sarebbero di oltre 500 euro al giorno”.
In porto alla Spezia l’adesione allo sciopero di una settimana è
stata totale. “Lo paghiamo il doppio rispetto all’anno scorso,
in pratica ciò che guadagniamo andando per mare finisce al
distributore. Quando va bene facciamo un margine di mille euro
a settimana a barca, ma poi ci devi pagare la manutenzione, i
contributi, le tasse… non rimane niente”, spiega Michele
Pisani, in rappresentanza della flotta spezzina. Sono venti le
barche per la pesca a strascico alla Spezia, gli occupati
diretti un centinaio. “Se loro chiudono, non avremo più pesce
fresco sulle nostre tavole, con ricadute enormi sul turismo
enogastronomico della nostra regione”, fa notare Anna Vivaldi,
vicepresidente Confcooperative Liguria. Con gli scioperanti
anche il deputato Lorenzo Viviani, pescatore da tre generazioni.
“Speriamo di portare a casa un emendamento sul Decreto Energia
che contenga ristori per la pesca”, dice.
Anche a Imperia e Sanremo molti pescherecci hanno aderito alla
protesta e non sono usciti a pescare.