Revoca dei presidi nei punti nevralgici e costituzione di un tavolo permanente alla Regione Siciliana con la partecipazione dei grandi e piccoli autotrasportatori e della committenza. E’ quanto deciso a conclusione di un incontro al PalaRegione di Catania, promosso dalla presidenza della Regione siciliana e dall’assessorato ai Trasporti, tra organizzazioni sindacali e i gruppi della Grande distribuzione organizzata. Le aziende si sono impegnate, alla ripresa delle consegne, ad aumentare il pagamento del lavoro agli trasportatori che, con la Regione, saranno presenti al tavolo che sarà aperto dal governo a Roma. «Ha prevalso il buonsenso. Nel pomeriggio di ieri tir hanno ricominciato a circolare nelle strade e autostrade della Sicilia per far fronte alle esigenze. La risposta del governo centrale è attesa e determinante». Lo afferma Pino Bulla, vice presidente nazionale Assotir.
E Marco Falcone, assessore regionale a Infrastrutture e ai Trasporti annuncia: «Oggi al PalaRegione di Catania, alle 9.30 riapriremo i lavori del tavolo tecnico voluto dal governo Musumeci. La vertenza, infatti rimane aperta e trova il pieno sostegno della Regione, poiché i problemi degli autotrasportatori restano tutti sul tappeto nella loro gravità. Il governo Draghi non può girarsi dall’altra parte, ma deve intervenire in maniera strutturale in favore di un comparto che mai come oggi sta scontando il prezzo della crisi e dell’impennata dei costi, a iniziare dai carburanti. La prossima settimana saremo a Roma per convincere il ministro Giovannini a mettere in campo interventi realmente risolutivi». Ieri momenti di tensione sono stati causati dal blocco dei tir nel porto di Palermo (nella foto). Una ventina di autotrasportatori hanno fermato i mezzi pesanti tir tra due varchi mentre un altro gruppo si è piazzato davanti all’ingresso nella zona del molo Santa Maria. «Siamo arrabbiati. Perché questi giorni di protesta e di conseguente mancata nostra presenza sui mercati hanno avvantaggiato gli altri competitors, soprattutto di Spagna e Marocco, che hanno proseguito regolarmente la loro attività. I danni sono incalcolabili». Lo dice Nuccia Alboni, titolare di una cooperativa agricola lungo la fascia trasformata ipparina, e consigliere territoriale di Confcooperative Ragusa.