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Caporalato in Sicilia: quasi un operaio su due è “irregolare”

Di Damiano Scala |

CATANIA – 145 mila operai agricoli censiti in Sicilia e almeno 70 mila quelli irregolari. Nero su bianco comincia con questo dato allarmante la videoconferenza indetta oggi dalla Fai Cisl – Flai Cgil – Uila Uil per il rinnovo dei contratti provinciali di categoria.

«E’ fondamentale sbloccare le trattative ferme ormai da mesi anche per effetto del Coronavirus- afferma Pierluigi Manca, segretario generale Fai Cisl Sicilia- occorre rilanciare un tema importante che riguarda il settore agricolo con soluzioni condivise da tutte le parti in causa. In questo momento, in cui si sta tentando di rimettere in moto il Paese, crediamo che il settore agricolo ricopra un ruolo di primo piano». Nel giorno del “CPLDAY” indetto in tutta Italia, dalle tre organizzazioni sindacali, si parla anche di lotta al caporalato, sicurezza contro gli infortuni sul posto di lavoro e di trasparenza negli appalti.

«C’è bisogno di un grande cambiamento- sottolinea Nino Marino, segretario generale Uila- noi siamo pronti a proporre in Sicilia un modello contrattuale che valorizzi e sia di supporto alle aziende sane e, contemporaneamente, sia da ostacolo a quelle che continuano a schiavizzare i lavoratori. Bisogna incrementare i posti di lavori all’interno del settore legato ai braccianti agricoli siciliani nel rispetto della loro dignità e sicurezza». Da qui la proposta di una cabina di regia. Un tavolo a cui siedano tutti i soggetti coinvolti che consenta di monitorare tutte le imprese coinvolte nel settore agricolo.

«L’agricoltura in Sicilia è un settore centrale per l’intera Regione e non si può più operare in uno stato di grande povertà e incertezza- ribadisce Tonino Russo, segretario generale Flai Cgil Sicilia- occorre rilanciare con forza il rinnovo dei contratti provinciali di categoria creando un modello di sviluppo da cui anche i datori di lavoro ne possano trarre vantaggio. L’iniziativa di oggi- conclude Russo- è dedicata alla memoria di Adnan Siddique e di tutte le vittime di caporalato, nel cui nome Fai-Flai-Uila chiedono ormai da tempo alla Regione siciliana l’approvazione di una normativa, a sostegno della legge nazionale 199, contro lo sfruttamento criminale sul lavoro”.

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