Il focus
Bonifici online e identità digitali: «Ecco come difendersi dalle truffe»
Gennaro Gigante, direttore della Banca d’Italia a Catania: «Nella rete cadono anziani, ma anche giovani»
Le regole per non cascare nelle trappole dei truffatori sono semplici e basilari. Ma pare che purtroppo, in considerazione dei numeri, pochi riescano a metterle in pratica. La frode passa quasi sempre da una richiesta di denaro e, in un mondo in cui il cellulare sta diventando il nostro portafogli, il pagamento avviene attraverso un click. E se questo click attiva un bonifico istantaneo le possibilità di revoca sono molto limitate. Una siciliana, ha perso i risparmi di una vita. Il truffatore è stato così bravo da conquistare la fiducia della signora che ha dato l’ok per il trasferimento in real time delle somme.
Il mondo dei sistemi di pagamento digitali è in rapida e tumultuosa evoluzione. Ma gli istituti di credito – sotto il vigile controllo della Banca d’Italia – hanno messo a punto tutta una serie di protezioni che è diretta a rendere i trasferimenti di denaro in tempi sempre più ristretti, ma sicuri. Password, pin, token, riconoscimento facciale, impronte digitali sono gli strumenti di sicurezza che filtrano ogni operazione bancaria e finanziaria. Dai dati nelle mani della Banca d’Italia le frodi si concretizzano per la maggior parte dei casi attraverso il bonifico, sia ordinario che istantaneo, che con le carte di pagamento. A proposito del bonifico istantaneo: dal 9 ottobre tutti gli istituti di credito e le Poste offriranno questa forma di trasferimento immediato allo stesso costo di quelli ordinari. Su questi ultimi inoltre, sempre dal 9 ottobre, ci sarà la verifica sulla corrispondenza tra nome e Iban del beneficiario.

«Si possono distinguere tre principali categorie di frodi – spiega Gennaro Gigante, direttore della filiale di Catania della Banca d’Italia – la prima è “l’emissione di un ordine di pagamento da parte del truffatore”, il frodatore si appropria illecitamente dei dati personali del cliente, come i numeri della carte di credito, il pin, le credenziali, o addirittura clona la carta di credito e quindi ordina un pagamento. La seconda forma è la “manipolazione del pagatore”, ed è la più diffusa e pericolosa perché c’è il contatto con il truffatore che riesce a convincere il cliente a fare un pagamento a suo favore, la terza e ultima è la “modifica di un ordine di pagamento da parte del truffatore”, il frodatore intercetta e modifica un ordine di pagamento illegittimo. Questo avviene solitamente attraverso malware, quindi per difendersi basta un buon ed efficiente antivirus».
Sfatiamo i luoghi comuni, i truffati non sono solo gli anziani ma anche i ragazzi. «I giovani ormai fanno tutto attraverso gli smartphone e sempre più spesso sono vittime di furto di identità digitale», argomenta Gigante.I consigli per non finire in trappola si condensano in due azioni: «Non dare informazioni al telefono e non cliccare su link inviati tramite email o messaggi». Serve una premessa: le banche non utilizzano mai il telefono per le comunicazioni importanti, quindi diffidare di chiunque vi raggiunge telefonicamente paventando un problema nel conto, con la carta di credito o con qualsiasi operazione bancaria. «Evitare sempre di fornire le proprie credenziali o fare pagamenti in risposta a sollecitazioni ricevute tramite telefonate, email o sms. È fondamentale sapere – dice il direttore Gigante – che la banca non richiederà mai le nostre credenziali: se qualcuno lo fa, si tratta di truffatori. Lo stesso vale per le richieste di pagamento. Dobbiamo stare anche attenti a non esporre con distrazione le nostre credenziali. Sarebbe auspicabile anche quando si ricevono mail da istituti di credito o istituzioni in generale passare con il mouse dove c’è l’indirizzo di posta elettronica per verificare il nome per esteso. E sarebbe importante, quando si inseriscono le credenziali su un portale online, di verificare la sicurezza del sito web, controllando la presenza del lucchetto e la scritta “https”. Con l’uso dell’intelligenza artificiale – avverte Gigante – i truffatori hanno sviluppato nuove tecniche di manipolazione, sempre più sofisticate, con la creazione di pagine anche con logo della Banca d’Italia».
Ma se si cade nella rete? «Quando si scopre di essere vittime di truffe – spiega Gigante – il primo passo è sempre quello di rivolgersi alla propria banca, disconoscendo il pagamento e chiedendo la restituzione delle somme sottratte». Nei casi – certamente dimostrati – in cui l’istituto di credito «è stato poco diligente» il cliente può fare reclamo. E se la risposta della banca non ha soddisfatto, l’utente può presentare un ricorso on line, del costo simbolico di 20 euro, all’Arbitro Bancario Finanziario. E, inoltre, è sempre possibile inviare un esposto alla Banca d’Italia.
Nella filiera delle truffe ha un ruolo rilevante la Banca d’Italia, che «ultimamente – spiega Gigante – è intervenuta nei confronti degli intermediari con una comunicazione a giugno 2024, richiamando l’attenzione degli operatori sull’esigenza di adottare, a fronte di richieste di disconoscimenti, comportamenti conformi alle regole in materia e improntati alla correttezza dei rapporti con la clientela. Inoltre – aggiunge il direttore – ha avviato una campagna di sensibilizzazione, realizzata in collaborazione con le associazioni dei consumatori per contrastare le truffe nei pagamenti digitali».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA