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LA CRISI

Blocco crediti Superbonus, 55mila aziende edili siciliane al collasso: disperato appello alla Regione

Il governo regionale sarebbe pronto a intervenire attraveso l'irfis acquistando i crediti d'imposta dalle aziende 

Di Massimiliano Torneo |

Il governo regionale è disposto a intervenire sulle criticità che stanno bloccando il Superbonus 110% in Sicilia. Sulla scia di quanto sta già avvenendo in Sardegna e Piemonte, la Regione sarebbe disposta, magari attraverso Irfis, ad acquistare i crediti d’imposta, dal momento che le banche hanno smesso di concedere liquidità bloccando il meccanismo di agevolazioni, e di fatto bloccando cantieri già avviati.

Un problema in cui ballano circa 200 milioni di euro, secondo una stima ancora non definitiva di Ance Sicilia, e che mette in difficoltà sia le grosse realtà d’impresa edile e di costruzione, sia le aziende medio piccole, rappresentate da Cna. Un incontro si terrà mercoledì all’assessorato alle Infrastrutture tra i rappresentanti del governo e i vertici di Ance Sicilia.

È stato lo stesso ufficio dell’assessore Alessandro Aricò ad averlo propiziato, come spiega il presidente dell’associazione costruttori, Santo Cutrone. «Stiamo facendo il censimento delle imprese in difficoltà e dei relativi importi – dice – Non è ancora un numero definitivo, ma ci aggiriamo intorno ai 200 milioni. Tra qualche giorno sapremo la somma totale degli importi che le imprese hanno nei cassetti fiscali, ma non monetizzati. Si tenga conto – dice ancora il presidente regionale Ance – che noi edili abbiamo gli importi maggiori, ma la difficoltà riguarda anche gli altri settori, come la Cna, che ha una marea di piccoli imprenditori, ognuno dei quali non arriverà ai nostri importi, ma sono tantissimi». 

Dunque, qualcosa si muove. «In tutta Italia gli enti locali si sono messi a disposizione, cercando di acquistare i crediti d’imposta – ancora Cutrone -. La Sardegna ha fatto una apposita legge regionale, il Piemonte ha dato disponibilità per circa 50 milioni. Anche la nostra Regione si sta muovendo. Mercoledì sarò a Palermo, all’assessorato alle Infrastrutture, ne parlerò con l’assessore Aricò. Dalla sua segreteria ci hanno già chiamato dieci giorni fa per capire i numeri, l’entità. Stiamo ragionando».

In settimana è previsto anche l’incontro tra tutte le sedi territoriali Ance, e sarà più chiara la cifra esatta: quanta liquidità serva. «L’interlocuzione c’è – ribadisce Cutrone -: la Regione dimostra la disponibilità di poter acquistare il credito d’imposta. Siamo fiduciosi». 

Lo stop delle banche

L’origine del blocco è lo stop delle banche a anticipare il credito alle imprese. Sul perché ci sono due versioni. Una dei costruttori, la riassume lo stesso Cutrone: «Per l’incertezza e la confusione che si sono generate attorno a questa normativa. Una serie di circolari e contro circolari, interpretazioni e contro interpretazioni: arrivato a un certo punto il sistema bancario si è fermato». A sentire le banche, invece, è stato fondamentale l’aver concesso liquidità per crediti d’imposta che poi, però, non sono stati riconosciuti dall’Agenzia delle entrate. Quella zona grigia tra le truffe e gli errori ha penalizzato le banche che avevano acquistato crediti d’imposta dalle imprese. Tanto che qualcuno, nel sistema bancario, auspica che la soluzione possa essere una sanatoria dei lavori non conformi.

La soluzione, invece, almeno per ora, pare essere quella di un intervento della Regione: «Abbiamo riscontrato buona volontà da parte di tutti», conclude Cutrone.

A Palermo, infatti, le iniziative all’Ars sono due e trasversali. Una è nell’ordine del giorno presentato dai deputati di Fratelli d’Italia, primo firmatario Carlo Auteri. «Per verificare – spiega Auteri – la fattibilità di una norma con la quale la Regione favorisca lo sblocco dei crediti fiscali relativi al bonus 110%, acquisendo i crediti dalle banche, per essere poi compensati in fase di pagamento dei tributi, calcolando già a monte l’importo massimo compensabile e rispettando la circolare dell’Agenzia delle Entrate».

Una norma sulla falsariga dei provvedimenti adottati in altre regioni, «per venire incontro – argomenta il deputato siracusano subentrato all’on. Luca Cannata – alle impellenti necessità delle aziende che soffrono di mancata liquidità». Poi c’è il disegno di legge del Pd. Lo ha descritto nei giorni scorsi il deputato Anthony Barbagallo: «Occorre che la Regione intervenga istituendo un fondo, anche attraverso l’Irfis, che acquisisca i crediti vantati dalle imprese, agevolando così il sistema produttivo e andando incontro all’intero settore che da tempo denuncia evidenti problemi per la farraginosità delle procedure del superbonus 110%».

Secondo una stima di Assoimpresa «sono circa 55 mila le imprese siciliane rischiano la chiusura nelle prossime settimane».  Il presidente Mario Attinasi ha spiegato che  blocco dei crediti sta avendo un impatto pesante sulla catena dei soggetti legati alla filiera dell’edilizia».

«A fronte dell’attuale situazione sono diversi gli imprenditori, professionisti ma anche committenti, che nelle ultime settimane, si stanno organizzando al fine di proporre e chiedere soluzioni per il settore dell’edilizia. Il momento di difficoltà che stanno vivendo le imprese del settore dell’edilizia e di tutta la filiera è di una rilevanza enorme e se il governo non interverrà urgentemente con misure adeguate – dice il presidente – si rischia un collasso economico e sociale di una gravità senza precedenti».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA