In Sicilia l’Inps fa miracoli. Nel 2020, 450 dipendenti sono andati in pensione, parzialmente compensati da circa 300 neoassunti col “concorsone” nazionale. Ma quest’anno sono andati via altri 350 e dal nuovo “concorsone” sono attese poche unità. Eppure la rete Inps in Sicilia è quella che in Italia ha raggiunto fra i più alti indici di produttività (142,37 a fronte di 124 assegnato in budget, media nazionale 138,61). E questo malgrado su 1.644 dipendenti, più della metà, 960 (58,41%) siano stati in smart working. Merito di un vertice che ha saputo riorganizzare macchina e modelli di lavoro. Prova ne sia che gli appena 93 ispettori, malgrado lo stop alle visite in lockdown, hanno annullato 6.790 rapporti e scovato 371 lavoratori in nero e 10.204 irregolari, con contributi accertati dovuti per quasi 49 milioni. Ciò dimostra che gli ispettori dell’Inps garantiscono l’attività, ma da quando la competenza è passata all’Ispettorato nazionale del lavoro, l’istituto non ne può assumere di nuovi. Il paradosso è che in Sicilia l’Inl non può assumere ispettori perchè la Regione, unica in Italia, non ha firmato la convenzione. Quindi, la forza contro lavoro nero e “furbetti” del Rdc è sparuta.
L’analisi del Bilancio sociale dell’Inps Sicilia, presentato ieri dalla direttrice regionale Maria Sandra Petrotta e dal presidente del Civ, Mimmo Binaggia, con l’intervento del presidente nazionale Civ Guglielmo Loy, mostra due tendenze opposte: la ripresa del mondo produttivo, con minore ricorso agli ammortizzatori sociali, e un aumento della povertà. Sul fronte imprese-lavoro, le domande di Naspi sono scese da 201mila del 2019 a 182mila del 2020 (risposte in 15 giorni); sono scese di 20, da 3.318 a 3.298, quelle per i collaboratori; le istanze di disoccupazione agricola sono calate da 137.305 a 133.835; e se le domande di Cig sono esplose nel 2020 a 211mila con 130 milioni di ore autorizzate, quest’anno si sono dimezzate a 122mila grazie alle riaperture.
C’è un allarme culle: i premi alla nascita sono scesi da 41.150 a 37.199, e i bonus bebè da 39.031 a 15.400; 20mila i bonus asilo nido. E in fatto di povertà, le persone con Rdc sono passate da 466mila del 2019 a 551mila del 2020 fino alle 584mila di quest’anno a settembre. Il Reddito di emergenza è percepito da 243.854 persone. Le indennità Covid hanno raggiunto circa 13mila lavoratori domestici e 333.142 professionisti e lavoratori di turismo, spettacolo e agricoli. Infine, una nota dolente: il Covid ha rallentato il meccanismo delle invalidità civili, tra paura delle persone a uscire per recarsi alle sedi Inps o ai patronati e limiti operativi delle commissioni mediche imposti dalle restrizioni. Così, tranne per i malati oncologici (le cui pratiche sono state esaminate a distanza solo visionando i documenti inviati), le domande di invalidità civile sono scese da 239mila a 189mila.