Il pallino è nelle mani di Pietro Agen, presidente della Camera di Commercio del Sud-Est, detentore di oltre il 62% della società che gestisce l’aeroporto di Catania. E la traccia chiara di ciò che succederà oggi alle 15 nella sala riunioni di Sac sta tutta in un foglio A4 nel quale il “socio forte” ha indicato i suoi tre consiglieri sui cinque del board, confermando le indiscrezioni di La Sicilia: Nico Torrisi (amministratore delegato in carica), Sandro Gambuzza (imprenditore di Scicli, espresso da Confagricoltura) e Fabio Scaccia, a capo di un colosso farmaceutico, ex presidente di Confindustria Catania.
Scontato il via libera al Torrisi-bis nel ruolo manageriale. Il presidente di Federalberghi, già assessore regionale ai Trasporti, mette sul tavolo – oltre all’asse di ferro con Agen – i positivi risultati di un mandato nato nella tormentata estate 2016: aumento del numero di passeggeri (dai circa 7 milioni del 2015 ai quasi 10 milioni dello scorso anno) e di voli diretti su Catania (da 70 a 95), ma soprattutto uno stato di salute dei conti con 20 milioni di utili netti fra 2017 e2018. In un triennio in cui, fra l’altro, è stato realizzato e aperto il nuovo Terminal C nell’area della fallimentare “Norma”, in un contesto di complessivo aumento di parcheggi, varchi per i controlli sicurezza e banchi check-in. La conferma di Torrisi non è mai in discussione. Anche se c’è stato un corto circuito, con relativa minaccia di un passo indietro, quando da Palazzo degli Elefanti è filtrata l’idea di inserire l’Ad in un ticket con Santo Castiglione (storica bandiera della destra etnea, ex capo dell’Autorità portuale) come presidente. Ma a quel punto è stato Agen a fare muro: «Ci vuole una governance affiatata e non frutto di compromessi». E così è stato, anche perché gli equilibri dell’assemblea dei soci Sac (che oggi voterà il nuovo Cda) non lasciano molti margini di trattative.
Ed è proprio nell’ottica del gioco di squadra che vanno lette le altre due designazioni camerali. Gambuzza è molto più che un “agricoltore”: oltre a interessi nel settore ricettivo, l’ex presidente della CamCom di Ragusa vanta un network di contatti importanti, che vanno da Vaticano ai salotti buoni dell’imprenditoria nazionale. Per lui oggi è pronta la presidenza della Sac, con il contestuale addio di Daniela Baglieri. Che, pur condividendo i risultati con Torrisi, non è riuscita a scrollarsi di dosso la lettera scarlatta (molto sgradita a Palazzo d’Orléans) di una nomina crocettiana, all’epoca fortemente voluta da Beppe Lumia e avallata da Giuseppe Castiglione. Gambuzza sostituirà la docente universitariadi Economia in un posto che per qualche tempo sembrava destinato a un altro ibleo: il consigliere uscente Saro Dibennardo. Ma per il presidente di Federalberghi Ragusa c’è già una destinazione a cui solo lui può dire di no: tornare in Soaco, di cui fu presidente, da amministratore delegato.
L’altro nome-shock è quello di Scaccia. Che con Gambuzza condivide i duri anni di opposizione al monopolio camerale di Ivan Lo Bello, avallato da Antonello Montante. L’imprenditore catanese, in particolare, fu cacciato da Confindustria Catania e poi trattato da “appestato” nell’era dell’antimafia imperante. Per Scaccia, oggi in giunta camerale del Sud-Est (il posto, assieme a quello di Gambuzza, sarà rimesso in palio dalle dimissioni dei due) l’ultima parte di una “resurrezione” sociale, oltre che una chiara rivalsa.
Il Libero consorzio di Siracusa ha indicato l’avvocato Fulvio Castelli, che non dovrebbe avere chance di entrare in Cda. Più mirate, invece, le designazioni degli altri soci pubblici. La Regione, la Città metropolitana e il Comune di Catania hanno indicato gli stessi due nomi: Giovanna Candura (nissena, assessora regionale all’Industria con Totò Cuffaro, oggi commissario della Camera di Commercio di Caltanissetta, oltre che stimata dirigente di DiventeràBellissima) e Daniela La Porta (commercialista, attuale consigliera Sac, candidata, non eletta, nel 2018 alle Amministrative di Catania con la lista “Pogliese Sindaco”). Le nomine condivise di due rispettive fedelissime confermano il sempre più intenso scambio d’amorosi sensi (politici) fra Nello Musumeci e Salvo Pogliese, oltre che la benedizione di entrambi alle scelte di Agen. C’è stata addirittura l’ipotesi che la Regione, socia tramite Irsap, inserisse lo stesso Torrisi fra le proprie designazioni. Una mancata suggestione simbolica, che nulla toglie all’accordo, più che mai blindato, su Fontanarossa.
Twitter: @MarioBarresi