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I fondi

Accordo di coesione da 5,3 miliardi per la Sicilia, c’è il via libera del Cipess

Ci sono anche 1,3 miliardi per il Ponte sullo Stretto

Di Redazione |

Via libera del Cipess, il Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica e lo Sviluppo Sostenibile, all’Accordo per la Coesione firmato a fine maggio. La somma complessiva è di 5,33 miliardi di euro, al netto di 1,3 miliardi per il Ponte sullo Stretto. Alla riunione a Roma, su delega del governatore Renato Schifani, ha partecipato l’assessore alle Infrastrutture, Alessandro Aricò.

«Questa ingente disponibilità finanziaria, dedicata a interventi prioritari concordati tra la Regione e il governo nazionale – evidenzia il presidente Schifani – ci permetterà di avviare immediatamente opere di grande rilevanza strategica per i cittadini e le imprese siciliane. Si tratta del più significativo accordo in termini finanziari sottoscritto con le Regioni e siamo fiduciosi che tali risorse possano contribuire a un reale sviluppo e coesione del nostro territorio. Desidero, inoltre, sottolineare – prosegue – l’importanza del lavoro sinergico con Roma, che è stato fondamentale per raggiungere questo traguardo. La collaborazione costante e proficua tra le nostre istituzioni è la chiave per garantire il successo di questi progetti e per promuovere un futuro di prosperità per la nostra Regione. Ringrazio la presidente Meloni e il ministro Fitto e tutti coloro che hanno lavorato per questo importante risultato. Siamo pronti a mettere in atto questi interventi con la massima efficacia e trasparenza, nella consapevolezza che rappresentano un’opportunità unica per la crescita e il benessere della Sicilia e dei suoi abitanti».

Cosa c’è nell’Accordo

Accordo di sviluppo e coesione d’Italia, firmato al Teatro Massimo di Palermo con la Regione, hanno trovato posto “solo” 580 progetti, uno dei quali, quello del Ponte, “tira” 1,3 miliardi. L’insieme dei 6,8 miliardi del Fsc e degli altri fondi che cofinanziano questi progetti “cuba” un budget di quasi 10 miliardi che, come ha osservato la premier, «si aggiungono ai 12 miliardi finanziati dal “Pnrr” per le opere strategiche in Sicilia. A dimostrazione di ciò che pensa questo governo a proposito dell’importanza dello sviluppo di questa terra».Dunque, «non piccoli interventi, ma progetti scelti in continuità con ciò che è già finanziato dal “Pnrr” e condivisi col governo nazionale e con le azioni portate avanti dalle altre Regioni affinchè ci sia un’unica visione e ogni singolo intervento produca effetti positivi anche negli altri territori».Però, è il monito della presidente del Consiglio, «non un solo centesimo di questo Fsc deve andare perduto – ha rimarcato Meloni – . Abbiamo previsto poteri sostitutivi e la revoca dei fondi per quegli enti che non rispetteranno i tempi». Ed è anche per questo, per stimare in modo realistico i tempi di realizzazione, che «il lavoro per individuare i progetti da inserire (assistito da Cassa depositi e prestiti, ndr) è stato lungo e faticoso».Queste direttrici su cui si muoverà l’Accordo di coesione: 2,6 miliardi per rifiuti, acqua, energia e rischio idrogeologico (di cui 650 milioni per il rischio frane, 354 milioni per la depurazione, 527 milioni per dighe e acquedotti, 800 milioni per i due termovalorizzatori di Palermo e Catania, 36 milioni per tre discariche e 128 milioni per impianti di trattamento rifiuti, più i dissalatori; un miliardo e 26 milioni per le infrastrutture, di cui 710 milioni per le strade, 100 milioni per i porti, 83 milioni per gli aeroporti (compreso il terminal cargo di Comiso), 132 milioni per la metro di Catania e la fermata ferroviaria di Carini, più i trasporti marittimi; 480 milioni per le imprese (fra cui 100 per l’area industriale di Catania); 271 milioni per l’edilizia sanitaria, compresi l’Ismett e il nuovo ospedale di Gela; 120 milioni per l’edilizia sportiva; 80 milioni per scuole; 183 milioni per il patrimonio culturale (compreso il recupero del Politeama di Palermo).COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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