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A Porto Empedocle un rigassificatore in 4 anni: cosa succede dopo l’ok al decreto Energia
Investimento da 1,5 miliardi di euro con il completamento anche dell'area portuale
In quattro anni Porto Empedocle avrà il rigassificatore. L’investimento sarà di circa 1,5 miliardi e negli ultimi mesi, complice anche la guerra in Ucraina che ha fatto emergere i limiti e i problemi legati all’approvvigionamento, il progetto ha avuto una accelerazione decisiva. Fino al al decreto Energia approvato dal Consiglio dei ministri lunedì che ha dato il via libera all’infrastruttura nell’Agrigentino, definita «di pubblica utilità, indifferibile e urgente». Solo qualche settimana prima la Regione aveva prorogato la concessione a Enel. Il progetto prevede anche altre opere legate al completamento dell’area portuale empedoclina.
«Il rigassificatore è una scelta di indirizzo, perché dà una sicurezza energetica – aveva detto nei giorni scorsi il ministro Pichetto Fratin a La Sicilia nel corso di un forum -. Il Gnl costa qualcosa in più, però avere i rigassificatori significa potere comprare gas in tutto il mondo, quindi mettere in sicurezza il sistema di approvvigionamento. In atto ne abbiamo quattro nel Centro-Nord, ne aggiungeremo un quinto a Ravenna, e sono in fase di autorizzazione altri due, a Porto Empedocle e a Gioia Tauro. Ma stiamo anche lavorando su un altro percorso, quello della rete, perché fino a tre anni fa era concepita per trasportare gas da Nord a Sud, adesso va ribaltata per trasportare da Sud verso Nord».
Una volta realizzato il rigassificatore di Porto Empedocle sarebbe in grado di produrre 8 miliardi di metri cubi di gas. Il gas arrivererebbe in forma liquida a bordo delle navi metaniere e verrebbe trasformato dall’impianto per essere poi immesso in rete. Per realizzare l’impianto, dotato di due vasche interamente interrate, servirebbero circa 900 persone, tra diretto e indotto.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA