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Oggi è San Valentino: cosa c'è da sapere sulla Feste degli innamorati

Dal vescovo martirizzato all'esplosione del commercio legato all'evento

Redazione La Sicilia

14 Febbraio 2024, 09:46

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San Valentino si festeggia in gran parte del mondo anche se in alcuni Paesi è vitato festeggiare come in diversi Paesi mediorientali, arabi e in Russia. In Europa, America ed Estremo Oriente è invece un appuntamento fisso.

La festa prende il nome dal santo e martire Valentino da Terni e venne istituita nel 496 d.C. da papa Gelasio I per sostituire I riti pagani della “lupercalia” di origine romana che aveva anche delle usanze piuttosto libertine per I registri culturali del baso Medioevo. E proprio per mettere fine a queste pratiche il pontefice decretò che venisse seguito il culto di San Valentino. Perché Valentino? Era un vescovo romano martirizzato. Divenne vescovo a 21 anni e durante una sua visita a Roma, fu invitato dall’imperatore ad abiurare la fede, ma Valentino rifiutò di farlo, anzi, cercò di convertire al cristianesimo l’imperatore stesso. Il sovranno lo affidò così a una nobile famiglia e la popolarità di Valentino continuò a crescere negli anni. Alla fine fu arrestato e decapitato il 14 febbraio 273 quando aveva 97 anni e le sue spoglie vennero sepolte sulla collina di Terni e ancora oggi si trovano nella basilica costruita in quel punto. Alla diffusione della festa di San Valentino, soprattutto in Francia e in Inghilterra, contribuirono i benedettini, attraverso i loro numerosi monasteri, essendo stati affidatari della basilica di San Valentino a Terni dalla fine della seconda metà del VII secolo.

San Valentino è considerato il patrono degli innamorati poiché la leggenda narra che fu il primo religioso che celebrò l’unione fra un legionario pagano e una giovane cristiana. La cerimonia avvenne in fretta, perché la giovane era malata. E i due sposi morirono, insieme, proprio mentre Valentino li benediceva. Secondo altre ricostruzioni, un giorno San Valentino sentì passare, vicino al suo giardino, due giovani fidanzati che stavano litigando. Allora andò loro incontro con in mano una rosa e gliela donò, pregandoli di riconciliarsi stringendo insieme il gambo della stessa, facendo attenzione a non pungersi e pregando affinché il Signore mantenesse vivo in eterno il loro amore.

La loro storia d’amore proseguì e qualche tempo dopo chiesero la benedizione del loro matrimonio. E quando la storia si diffuse, molti decisero di andare in pellegrinaggio dal vescovo di Terni il 14 di ogni mese, poi la data è stata ristretta solo a febbraio, perché in quel giorno nel 273 San Valentino morì.
Soprattutto nei paesi di cultura anglosassone, e per imitazione anche altrove, il tratto più caratteristico della festa di san Valentino è lo scambio di “valentine”, bigliettini d’amore spesso sagomati nella forma di cuori stilizzati o secondo altri temi tipici della rappresentazione popolare dell’amore romantico (la colomba, l’immagine di Cupido con arco e frecce, e così via). A partire dal XIX secolo, questa tradizione ha alimentato la produzione industriale e commercializzazione su vasta scala di biglietti d’auguri dedicati a questa ricorrenza. La Greeting Card Association ha stimato che ogni anno vengano spediti il 14 febbraio circa un miliardo di biglietti d’auguri, numero che colloca questa ricorrenza al secondo posto, per biglietti acquistati e spediti, dopo il Natale.

Già alla metà del XIX secolo negli Stati Uniti alcuni imprenditori cominciarono a produrre biglietti di san Valentino su scala industriale. E fu proprio la produzione su vasta scala di biglietti d’auguri a dare impulso alla commercializzazione della ricorrenza e, al contempo, alla sua penetrazione nella cultura popolare. Questo processo continuò nella seconda metà del XX secolo, soprattutto a partire dagli Stati Uniti. La tradizione dei biglietti amorosi cominciò a diventare secondaria rispetto allo scambio di regali come scatole di cioccolatini, mazzi di fiori o gioielli.