La Nottola di Minerva, ovvero Un’occhiata al futuro probabile se…, un’opera che esplora l’evoluzione di un progetto sociale attraverso la lente della fantascienza, appartenente al genere social science fiction. L’evento si è svolto presso la prestigiosa Clinica Oculistica Vampolieri da sempre un simbolo di conoscenza e innovazione, Fondata con l’obiettivo di essere un faro di eccellenza medica, la clinica si distingue per l’adozione delle più avanzate tecniche diagnostiche e terapeutiche nel campo dell’oftalmologia. In questo contesto, la presentazione del romanzo di Maria Pina Crifò Antonello trova una perfetta collocazione, poiché riflette l’impegno della struttura nel favorire una cultura della conoscenza e del progresso, resa possibile grazie alla “mente sapiente” che guida ogni sua attività.
Il romanzo è ambientato nel 2050 e narra di due società diametralmente opposte e sconosciute l’una all’altra. Da un lato, Bat City è una metropoli avanzata e robotizzata, gestita da un’intelligenza artificiale che ha realizzato una società eco-bio-bilanciata, dalla produzione di energia pulita all’eugenetica delle nascite. Dall’altro, Forgotten City vive nascosta e isolata, sfuggita alla globalizzazione e ancorata ai valori e alle tecnologie degli anni ’70. Un evento esterno imprevisto svela i limiti di entrambe le società, dando il via a una serie di avventure che conducono a un finale sorprendente.
Ispirata da Tommaso Moro e da L’Utopia, pubblicata nel 1516, la scrittrice ha voluto esplorare la dicotomia tra il progresso scientifico e la responsabilità etica, Maria Pina Crifò Antonello spiega: “ Ho trovato il modo di rendere più interessanti argomenti complessi attraverso la maschera della fantascienza. Con questa maschera, l’argomento diventa più immediato. Tuttavia, è fondamentale non sopraffare il pensiero del lettore, che deve restare libero. La fantascienza permette di visualizzare un progetto sociale, lasciando al lettore la libertà di giudicare.”
La Nottola di Minerva non solo intrattiene, ma stimola una profonda riflessione sulla necessità di un equilibrio tra l’evoluzione delle scienze e la responsabilità etica.
Prof.ssa Giacoma Strano, già Docente di Letteratura e Lingua russa presso l’Università di Catania, commenta: “Fantasociologia e riferimenti contemporanei abbondano nello scritto di Maria Pina Crifò Antonello, presentando un mondo globalizzato dove il benessere materiale domina, a scapito della libertà individuale.”
Prof. Salvatore Garraffo, storico ed ex Direttore dell’Istituto per le tecnologie applicate ai Beni culturali del CNR, aggiunge: “Il romanzo esplora se saremo liberi servi nella città del futuro. Utopia, distopia, e il tema della libertà sono centrali, riflettendo sull’incertezza del nostro mondo e la speranza di un luogo perfetto”.
a cura della DSE Pubblicità