Il ritorno della regina del giallo: Vanina scopre Catania e le “catanesate”

Di Ombretta Grasso / 17 Aprile 2023

Nella Catania che non si ferma mai, «manco alle due del mattino», dalla movida sacra, «cui i catanesi non rinunciano se non in rari e gravi casi», è piombata la palermitana vicequestore Vanina Guarrasi, superpoliziotta dell’antimafia, ora neodirigente della sezione Reati contro la persona. Nel derby infinito Catania-Palermo, anime opposte e complementari di sicilitudine, Vanina, sbirra in gambissima e inquieta, raccoglie quelle che chiama «catanesate». E annota: «Le case in montagna da Ferragosto in poi, il tuppo della brioche inzuppato nella granita, o meglio ancora il pane. L’Etna che era femmina e si chiamava “muntagna”. E nessuno la temeva, anzi, quasi la veneravano…».
Il racconto della straordinaria protagonista dei sei libri di Cristina Cassar Scalia fa un salto indietro nel tempo con “Il Re del gelato”, un prequel appena arrivato in libreria (Einaudi Stile libero), mentre il settimo libro della serie (di cui non anticipa nulla) è pronto a uscire a giugno e il progetto della serie televisiva si muove a grandi passi. Anche stavolta, Cassar Scalia – vero fenomeno letterario – mescola al giallo, come in una caponata, tormenti amorosi, vecchio cinema italiano e buona cucina.


«Volevo raccontare Vanina quando non aveva ancora messo radici – spiega la scrittrice – non aveva reincontrato il giudice Paolo Malfitano, l’ex compagno, non conosceva bene ancora Catania e i catanesi. Mi è piaciuto mostrare questa parte di vita». Ma, giura, «il prossimo libro riprende la storia lì dove l’avevamo lasciata con “La carrozza della Santa”». L’idea de “Il re del gelato” è nata da un breve racconto: «Mi aveva colpito una vecchia gelateria che era stata chiusa e avevo scritto questo piccolissimo racconto di una pagina – spiega – Ma era come se fosse rimasto in sospeso, avevo la voglia di svilupparlo. Nella mia mente la storia si è ampliata, ingarbugliata, ed ecco il romanzo». Con il suo carico di omicidi, truffe, segreti e rancori. Un impianto diverso, sottolinea, «più breve e che inizia proprio con Vanina, una scelta che non ho mai fatto per gli altri romanzi. Un libro a parte». In cui snocciola alcune radicate abitudini dei catanesi. «Dopo Ferragosto – si legge nel romanzo – macari se il mare è piatto ca pare una tavola, i catanisi lassanu lidi, scogliere, barche e gommoni, e s’arritirano nelle case in muntagna».


Nei ringraziamenti cita Leonardo Marini, autore della sceneggiatura per la Palomar, la casa produttrice di “Montalbano” e di “Makari”, che firmerà anche la serie tv dedicata alla sua eroina. «Il suo apporto è stato importante nello svolgimento della parte dell’indagine poliziesca. Questa storia è già una sceneggiatura, il progetto televisivo è avviato, credo che i tempi siano abbastanza brevi. Sono molto curiosa di sapere chi interpreterà Vanina, ma sono tutte scelte in cui non sono coinvolta». Una serie che certamente si girerà in gran parte a Catania, dove sono ambientati i romanzi, e in altri luoghi della Sicilia, l’altra, grande coprotagonista dei romanzi di Cassar Scalia.


Con la sua batteria di sveglie, la cioccolata in fondo al cassetto e la dose massiccia di carboidrati («faccio mangiare a lei quello che io non posso», ride la scrittrice), ironica e combattiva («ama il cinema e dorme poco come me, mi piace il modo in cui affronta la vita, lei è molto più coraggiosa»), la sua Vanina («palermitana per forza, figlia di una stagione sanguinosa con il padre ispettore ucciso dalla mafia») che non ha digerito «la decisione dolorosissima di mollare tutto e di andare via da Palermo», tra omicidi e trattorie tipiche esplora Catania. «Per gli amici milanesi Vanina torna in Sicilia dopo tre anni e questo basta, ma lei non torna a casa, sceglie Catania per stare lontana dal suo passato». Straniera nella costa est. «Racconto la città con gli occhi di chi la sta scoprendo un po’ alla volta e non la dà per scontata – sottolinea – Quello che è successo anche a me, arrivata da Noto a Catania ho imparato a conoscerla a poco a poco».


Intorno alla protagonista la sua squadra e il gruppo di amici che anche in questo romanzo trovano spazio. Una folla di personaggi. «Non volevo creare un ambiente intorno a Vanina che fosse estrapolato dalla realtà. La squadra ha una vita personale, con le difficoltà, gli amori, la quotidianità. In ogni libro cerco di dare un po’ di spazio in più a uno dei personaggi».
Quest’anno è stata invitata a Roma alla presentazione del calendario della Polizia, mai pensato di diventare poliziotta? «Mai – replica subito – è un mondo che non mi è mai appartenuto. Conosco tante persone che lavorano in Polizia e quando mi raccontano qualche episodio, li avviso sempre: potrebbe finire in un libro. Però è un mondo che mi affascina, c’è dentro tanta umanità, ci sono tante storie da raccontare».

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Ombretta Grasso
Tag: Cristina Cassar Scalia Einaudi Stile libero il re del gelato Vanina Guarrasi